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Il regista di Debtocracy: “La Grecia sta diventando un paese del terzo mondo”

La Grecia si sta sforzando di restituire la quantità schiacciante di prestiti ricevuti per il salvataggio, dice il giornalista e documentarista Chatzistefanou Aris. Oggi, però, questo paese si trova ad affrontare un problema ben più grande. “Quando hai un enorme debito come quello che la Grecia e gli altri paesi delle “periferie” europee si trovano ad affrontare, si cominciano a perdere i livelli di democrazia e temo che questo è cio che sta accadadendo”, ha detto a RT il regista.

Chatzistefanou, intervistato da RT sulle proteste di mercoledì, fa un quadro più ampio per quanto riguarda la Grecia e le disgrazie economiche che sono in atto.

RT: I lavoratori in Grecia sono saldi nel tentativo di forzare il governo a eliminare le politiche di  salvataggio in atto, ma c’è un altro modo per aiutare l’economia?

Aris Chatzistefanou: Molti economisti hanno detto, negli ultimi due o tre anni, che queste misure di austerità creeranno in Grecia non solo un genocidio sociale, ma distruggeranno l’infrastruttura dell’economia. E ora si parla di un debito che è ancora in aumento dopo tre pacchetti di austertà. E se tutto va come previsto ,abbiamo un debito del 175 per cento del PIL. Non dimenticate che prima dell’intervento della troika avevamo un debito del 115 per cento. Quindi sono esattamente queste misure di austerità che creano il problema. Ci sono molti piani alternativi, ad esempio, di default, perché tutti sanno che in questo momento è impossibile ripagare un debito enorme come quello greco – anche se se ne ammettesse la legalità. Molte persone ritengono però che  non sia legale. Molti altri economisti hanno parlato di una possibile soluzione con l’uscita dalla zona euro. Anche Paul Krugman ritiene che la zona euro sia come una camicia di forza per la Grecia, ed è questa che ha creato l’enorme debito.

RT: Stiamo parlando di grandi numeri. Vediamo le immagini  dei manifestanti. Comunque le proteste in Grecia sono diventate spesso violente nel corso di questi anni di recessione. Come vanno le cose sotto questo aspetto ad Atene ?

AC: Oggi abbiamo avuto una delle più grandi manifestazioni degli ultimi cinque anni, secondo gli organizzatori ha superato le 100.000 persone. Ad Atene è stata soprattutto una manifestazione pacifica, ma sto ricevendo ora qualche messaggio di piccoli scontri in alcune parti della città, con la polizia che usa i gas lacrimogeni e alcuni manifestanti che hanno reagito lanciando pietre e bottiglie incendiarie alla polizia. Ma credo, comunque, che si  sia trattato di una manifestazione fondamentalmente pacifica e soprattutto di una delle più grandi degli ultimi cinque anni o giù di lì. Sto dicendo che sicuramente stasera vedremo solo la notizia degli scontri con la polizia, che non è il messaggio principale di quello che è successo oggi ad Atene e in altre città della Grecia.

RT: In senso più ampio, con ciò che hai raccontato in “debtocracy” rispetto alla situazione greca intendi dire che la crisi ha permesso, in qualche modo, l’instaurazione di un regime?

AC: Con il titolo del nostro documentario, Debtocracy, abbiamo voluto spiegare che quando si deve affrontare un enorme  debito come quello della Grecia e degli altri paesi della periferia europea, si cominciano a perdere i livelli di democrazia e credo che questo sia successo già successo. Non dimenticate che solo un anno fa abbiamo avuto un primo ministro che nessuno aveva votato e ora, dopo le elezioni, abbiamo un governo che ha promesso di rinegoziare il debito, ma non lo ha mai fatto.Si limitano a investire in polizia antisommossa e in leggi e misure incostituzionali, che impongono maggiore austerità al paese. Ho paura che stiamo diventando un paese del terzo mondo, non solo per quanto riguarda l’economia , ma anche per quanto riguarda la democrazia.

* intervista realizzata da RT – tradotto da Atene Calling (http://atenecalling.blogspot.it/)

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