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Le appropriazioni indebite dei fascisti a Lonato

Con una delle solite operazioni di’ revisionismo’ storico e conseguente apologia delle ‘opere buone’ (nemmeno i loro apologeti riescono a definirle belle…) del fascismo, anche l’amministrazione comunale di Lonato (Brescia) ha voluto iscriversi nell’ immaginario, ma asfissiante, libro dei sostenitori del fascismo sociale, artistico, popolare e…demagogico.

Infatti, nell’opuscolo che accompagna l’ultima edizione della fiera di Lonato (17-18-19 gennaio 2014) ha commissionato un articolo (“Il duce a Lonato”) di rivendicazione di una parte delle attività fasciste (gite turistiche del capetto littorio) a Brescia e circondario lacustre (Lonato, Desenzano, Salò, Gardone Riviera).

L’estensore di questo ‘piccolo manuale’ di rivendicazione del fascismo a Brescia e dintorni, tra le ‘ottime cose di pessimo gusto’ da attribuire al regime, annovera, naturalmente, la statua “Era fascista” (più nota a Brescia, e ai bresciani, con il nomignolo di ‘Bigio’). Dopo una sintetica disquisizione sulle polemiche dei mesi scorsi, relative al riposizionamento del sandrone in Piazza della Vittoria, ci regala un chiaro esempio di cultura fascistoide:”Se la statua del Dazzi rappresenta l’Era fascista (confondendo, a bella posta, il nome dell’obbrobrio marmoreo con il periodo mussoliniano) altrettanto si può dire, allora, di altre opere contemporanee quali il Capitolium…Si dovrebbero eliminare anche queste realizzazioni per dimenticare il fascismo?”

Subito, pur non avendo condotto studi di architettura e storia dell’ arte, ci ha colto un sussulto di meraviglia e stupore: l’imponente costruzione di via Musei un’opera contemporanea, per di più realizzata durante il bieco ventennio?

Il Capitolium, o tempio di Vespasiano, è stato costruito dall’imperatore romano tra l’anno 73 e 74 (d.c.) come certifica la scritta originale posta sul frontone del tempio: IMP.CAESAR. VESPASIANUS.AUGUSTUS/PONT.MAX. TR. POTEST.IIII.EMP.X.P.P.CAS.IIII/CENSOR

Il complesso monumentale fu parzialmente (e solo in parte) ricostruito (non realizzato ex novo) fra il 1935 e il 1938. Così, lo ‘scriba’ lonatese, battezza-tout court– un manufatto artistico antico di ben 1940 anni come ‘opera contemporanea’, per di più littoria.

Arroganti, ignoranti, presuntuosi, faziosi e falsificatori. Son fascisti…

Dopo cotanta esibizione di ‘sapienza’, racconta, apologeticamente, della visita (dopo aver inaugurato la più brutta piazza di Brescia) effettuata dal duce del fascismo, sul Lago di Garda, rammentando anche altre occasioni in cui, il dittatorello in camici nera, visitò zone turistiche del Benaco (una volta, addirittura“sulla lussuosa ‘Isotta Fraschini’ inviata da Gabriele D’Annunzio”).

L’autore di questa certificazione di turismo politico, non si è nemmeno lontanamente posto l’interrogativo, almeno morale, di tutte le nefandezze attuate, compiute, ordinate dal ‘gran capo’ del fascismo.

Gliele rammentiamo. E solo alcune. Tra le peggiori.

Il 10 giugno 1924 viene ritrovato il corpo senza vita del deputato socialista Giacomo Matteotti, il Benito romagnolo, rivendica personalmente l’esecuzione e dichiara:

“Io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello…Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!”

Antonio Gramsci, giornalista e politico Comunista, nel 1937 è ‘assassinato’ dal carcere fascista.

Nel settembre del 1938 vengono emanate le leggi razziali per la difesa della razza.

Il 10 giugno 1940 Mussolini e il fascismo si alleano con la Germania nazista e partecipano alla nefasta seconda guerra mondiale.

Benito Mussolini, nel settembre 1943, dopo essere stato liberato da un commando tedesco dal carcere dorato sul Gran Sasso d’Italia, accetta di divenire il capo (in realtà servo, svendendo l’Italia) della ‘repubblichina di Salò’, governo fantoccio voluto e manovrato dalla Germania nazista.

Al poligono di tiro di Reggio Emilia, il 28 dicembre 1943, vengono fucilati Aldo, Agostino, Antenore, Ettore, Ovidio, Fernando e Gelindo Cervi, le sette stelle d’argento reggiane.

Inoltre, Mussolini con tutti i suoi gerarchi tirapiedi del regime, sono stati complici e corresponsabili delle stragi delle Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, Boves, Cevo, Macchinina di Goro, Bettola di Vezzano Sul Crostolo, La Benedicta e tante altre che non citiamo perchè, purtroppo, queste bastano e avanzano.

Vogliamo solo ricordare che noi, Partigiani contemporanei, Mussolini, Bigio e camerati, abbiamo solo un luogo dove collocarli: Piazzale Loreto!

Infine, proprio in ultimo, per tutti i nostalgici, come il committente e l’autore di questa squallida manovra, ricordiamo le parole di un combattente per la libertà, che sono anche le nostre:
“Su queste strade se vorrai tornare, ai nostri posti ci troverai, morti e vivi con lo stesso impegno, popolo serrato intorno al momumento, che si chiama, ora e sempre resistenza”.

P.S.: l’autore di tanto autorevole ricostruzione storico-politica pubblicata sulla piccola guida, durante lo svolgimento della fiera lonatese, nel tavolinetto su cui esponeva pubblicazioni reazionarie, aveva in bella mostra anche posa ceneri, calendari, paccottiglia varia, con riprodotta l’inquietante immagine del crapone. Oltre a croci celtiche e libri sulle SS. Faziosità e…commercio.

Con buona pace della XII° disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione, quella che vieta la ricostituzione, la propaganda e l’apologia del fascismo.

 

 

 

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