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Gli echi dell’11 marzo 1977, l’uccisione di Francesco Lorusso a Bologna

La mattina dell’11 marzo 1977 all’università di Bologna, c’è forte tensione tra alcuni militanti del movimento e il servizio d’ordine di Comunione e Liberazione, l’organizzazione cattolica che darà i natali al “celeste” Formigoni, al filosofo Buttiglione, al ministro Lupi e ai faccendieri della Compagnia delle Opere. I ciellini si barricano all’interno di un’aula e invocano l’intervento delle forze di polizia. Appena giunti sul posto i carabinieri si scagliano contro gli studenti di sinistra intenti a lanciare slogan. La carica fa subito salire la tensione. Nel corso degli scontri successivi, che interessano tutta la zona universitaria, Francesco Lorusso, 25 anni, militante di Lotta Continua, viene raggiunto da un proiettile mentre sta correndo, insieme ai suoi compagni, per cercare riparo. Muore sull’ambulanza, durante il trasporto in ospedale. Guarda il video. Alcuni testimoni riferiranno di aver visto un uomo, poi identificato nel carabiniere ausiliario Massimo Tramontani, esplodere vari colpi, in rapida successione, poggiando il braccio su un’auto per prendere meglio la mira. Lo sparatore, arrestato agli inizi di settembre e scarcerato dopo circa un mese e mezzo, sarà in seguito prosciolto per aver fatto uso legittimo delle armi.

Quando si diffonde la notizia dell’assassinio, migliaia di persone affluiscono all’Università. Dopo che il corteo, partito nel pomeriggio, viene disperso da violente cariche, una parte dei manifestanti occupa alcuni binari della stazione ferroviaria, scontrandosi con la polizia, mentre altri si dirigono verso il centro della città e sfogano la propria rabbia anche infrangendo le vetrine dei negozi. Le iniziative di protesta dei giorni successivi sono duramente represse. Numerosi i fermi e gli arresti. Finiscono in carcere, tra gli altri, i redattori di Radio Alice, emittente dell’area dell’Autonomia Operaia chiusa dalla polizia armi alla mano. Per le strade di Bologna il ministro degli Interni Cossiga ha mandato i carri armati. Guarda il video.

I fatti di Bologna si ripercuotono immediatamente  sul corteo nazionale già convocato dal movimento per il 12 marzo a Roma. Sarà una giornata quasi insurrezionale con scontri durissimi in tutto il centro della Capitale. Gli scontri nelle strade sono violenti, e in alcuni casi si svolgono a colpi di arma da fuoco sia da parte dei manifestanti che della polizia.

Intanto a Bologna ai compagni, ai familiari e agli amici di Lorusso si impedisce di svolgere il funerale in città e di allestire la camera ardente nel centro storico. La frattura tra il movimento con il PCI raggiunge il suo apice nella manifestazione contro la violenza, organizzata per il 16 marzo a Bologna dai sindacati confederali, con la partecipazione, tra gli altri, della DC, partito che il movimento aveva indicato quale principale responsabile dell’assassinio. In quell’occasione al fratello di Francesco Lorusso fu vietato l’intervento dal palco.

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1 Commento


  • Daniele

    Molti compagni giovani non c’erano io si…e ricordo benissimo i facchini della stazione di Bologna picchiare i compagni del MOvimento degli Studenti assieme alla polizia; ricordo una compagna presa a forza da quttro baschi neri che le hanno picchiato a forza la testa contro il basamento di granito della fontana del Nettuno.Gli idioti che voteranno Lista Tsipras rimangono degli idoti che in quei giorni sarebbero stati dalla parte dei celerini e dei baschi neri, non c’è nessuna differenza.

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