Menu

Il Minculpop resuscita. Chiesta la testa del rapper Fedez “per vilipendio”

“Apprendo ora che due esponenti del Pd hanno fatto esplicita richiesta a Sky di prendere posizione riguardo al mio ruolo e alla mia presenza nel programma di X Factor per aver espresso un’opinione politica al di fuori da tale contesto”. Così recita una nota diffusa dal rapper Fedez rispondendo alle accuse di vilipendio al capo dello Stato per le parole contenute nell’inno scritto per la festa del Movimento Cinque Stelle che comincia oggi a Roma.

A chiedere la testa del musicista e membro della giuria del programma X Factor, sono stati due deputati del Pd Federico Gelli ed Ernesto Magorno. Prima di loro era stato l’ex deputato Stefano Pedica (oggi nella direzione regionale del Pd nel Lazio). Gli esponenti del Pd si ritengono colpiti da alcuni passaggi della canzone che richiamano la trattativa tra Stato e mafia e hanno chiesto alla direzione di Sky di “intervenire” sul musicista. Come noto, nel processo in corso a Palermo per portare alla luce se ci sono stati o meno “indicibili accordi”, figura come teste anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Io non sono a X Factor per fare propaganda e mai l’ho fatta – ha aggiunto Fedez – ma da cittadino ho le mie idee politiche e non ho nessun motivo per tenerle nascoste, il fatto che per averle espresse si chieda la mia testa ci riporta indietro di 60 anni alla censura e al fascismo”. A Fedez è giunto intanto un messaggio di solidarietà di Sabina Guzzanti, autrice del recente film “La Trattativa” dedicato proprio alle trattativa Stato-Mafia. “Se dici Napolitano vai a testimoniare è vilipendio? Bravo Fedez spero che tutti i giovani ti seguano” ha scritto la Guzzanti. Il giovane rapper, aveva già avuto uno scontro con la politica ufficiale. A maggio di quest’anno era andato in collisione con Giovanardi in una tramissione televisiva: “Lei ha dichiarato che Stefano Cucchi è morto disidratato, io muoio disidratato perchè certe cazzate non me le bevo” avevo replicato Fedez.

Durante il regime fascista, in Italia operava il Minculpop – Ministero della Cultura Popolare – che interveniva pesantemente nel censurare o vietare articoli, romanzi, canzoni, film ritenuti in contrasto con l’ideologia dominante o lesivi dell’immagine dei suoi dirigenti. Certo la sigla con cui quelll’istituzione è passata alla storia – minculpop – è un classico di nomen omen. Mala tempora currant. Di nuovo?

Qui potete ascoltare il brano incriminato

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *