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Sciopero degli scrutini? “E’ un atto criminale!”. Demonizzazione bipartizan

Ci scrive un insegnante torinese impegnato con il blocco degli scrutini: “Oggi, sciopero degli scrutini, nella mia scuola: i precari, impauriti o dio sa cosa, non scioperano, le mamme non possono, i figli hanno genitori, i mariti le mogli e le mogli i mariti, chi vuole essere giudicato, chi non vuol far male a nessun, chi pensa che stiamo facendo un favore ai sindacati, chi pensa che stiamo facendo un favore a CGIL, chi non vuole imporre le proprie scelte agli altri colleghi, chi ha paura di non essere tra i 100.000, chi pensa che tanto sia inutile (anche se ha scioperato il 5), chi ti fa sentire una merda perché hai scioperato….e ieri un’alunna che mi regala una cartolina con una foto di Che Guevara con una dedica: “Chi lotta può perdere e chi non lotta ha già perso”.

E’ dunque un braccio di ferro niente affatto gratuito quello ingaggiato dagli insegnanti contro il ddl sulla scuola che il governo Renzi (e i tecnocrati della Trellle) vogliono imporre all’istruzione pubblica nel nostro paese. E mentre gli insegnanti, dopo quasi venti anni, sono costretti a forme di lotta “estreme” come il blocco degli scrutini, settori della maggioranza di governo e organizzazioni collaterali agli affondatori della scuola pubblica criminalizzano chi lotta e invocano provvedimenti repressivi. Lo sciopero degli scrutini? È un atto criminale, che produce danno alla scuola e alla sua utenza, che quindi meriterebbe punizioni esemplari verso chi lo adotta. È questa la sintesi della conferenza stampa tenuta ieri a Palazzo Madama sul disegno di legge 1934 dall’associazione studentesca StudiCentro, alla presenza dei capogruppo di maggioranza Ettore Rosato (PD) e Maurizio Lupi (AP). “Riteniamo criminale il blocco degli scrutini che mette in difficoltà milioni di famiglie, nonché quei docenti e dirigenti scolastici che vogliono assolvere ai propri doveri”, ha detto Virgilio Falco, presidente nazionale di StudiCentro durante la conferenza stampa. Infine la richiesta di usare il bastone: “chiediamo al governo, di mettere in atto tutte le misure possibili per il ripristino della legalità, prendendo anche in considerazione provvedimenti disciplinari e economici per chi sequestra la pagella degli studenti italiani”. Parole ridicole e pericolose allo stesso tempo, contro le quali quelle di Che Guevara si alzano come giganti alle prese con i pidocchi.

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