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Saviano copia dai giornali, è un fatto

Scrittori si diventa, ma anche un po’ si nasce. Il talento o ce l’hai, e allora lo affini lavorando, oppure non c’è niente da fare; al massimo potrai fare dei temini semplici semplici.

Si dice anche che ogni scrittore è un ladro, nel senso che prende idee e spunti da altri (chiunque, non solo scrittori), le rielabora, le sublima, ne fa un’opera degna d’esser letta.

Se non sei capace, copi. Certo, è un rischio, perché gli autori da cui hai copiato possono accorgersene. La passi liscia se copi a fini privati, magari per far bella figura online. Ma se punti al successo, e hai dalla tua parte i media di regime che ti promuovono, il più potente editore nazionale che ti pubblica (ancorché in odor di multireato come Berluscon-Mondadori)… alla fine ti scoprono.

E’ quello che è successo a Roberto Saviano, leader assoluto delle classifiche con il suo Gomorra, milioni di copie vendute in tutto il mondo, e leader assoluto del vittimismo aggressivo. La Corte di Cassazione, qualche giorno ha, ha confermato la sua condanna per plagio. Due capitoletti di Gomorra, infatti, erano un banale copia-e-incolla di tre articoli presi da due quotidiani locali ignoti al pubblico nazionale (Corriere di CasertaCronache di Napoli). Per la precisione: Il multilevel applicato al narcotraffico e Ore 9: il padrino lascia la “sua Secondigliano”, pubblicati da Cronache di Napoli nel 2005, e Boss playboy, De Falco è il numero uno, apparso sul Corriere di Caserta nello stesso anno.

In Cassazione ci si era arrivati per il ricorso di Saviano contro la condanna. Ricorso articolato in sette punti, che la Corte ha respinto, tranne uno: quello relativo alla quantificazione del danno (basta leggere la sentenza, disponibile in fondo a questo articolo grazie alla pubblicazione su Fanpage; la foto invece è ripresa da Dagospia).

Fin qui nulla di particolarmente interessante. Un “guru della legalità gridata” beccato a scopiazzare da poveri, sconosciuti e onesti cronisti di provincia… Una figura di m.. e nulla più.

Ma “non si può permettere che il nostro totem legalitario sia macchiato da questo disonore”. Quindi i quotidiani sponsor della narrazione tossica savianea hanno operato il classico ribaltamento della notizia: se un motivo su sette è stato accolto dalla Cassazione, allora Saviano ha vinto! Provate a spiegarlo a un tennista che ha appena concluso un set sotto per 6 a 1…

I giornali che sono stati capaci di tanto? Repubblica, Il Corriere del Mezzogiorno e Il Mattino, naturalmente. Gli altri si sono limitati a sorvolare… Da gente così dovremmo apprendere come migliorare questo mondo?

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