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Il rap è un lago sorgivo, dentro le metropoli

E’ il racconto di tanto viaggi in un viaggio. Il libro dato alle stampe da “Militant A”, voce degli Assalti Frontali, mette insieme i viaggi di Luca, viaggi brevi, quelli quotidiani nel quartiere, e quelli più esplorativi come il laboratorio di rap tra i giovanissimi profughi palestinesi e siriani in Libano.  “Conquista il tuo quartiere e conquisterai il mondo. La mia vita con il rap” (edizioni Goodfellas), rivela come una delle voci più autorevoli e di rottura del rap nel nostro paese costruisca i suoi brani, ma anche come abbia scelto di mettere a disposizione di un pubblico un po’ diverso da quello dei concerti, il rap come energia emancipatrice.

Luca “Militant A” racconta con onestà preziosa come un artista annusi le possibili rime o gli arrangiamenti di un brano da quello su cui magari inciampa nel quotidiano. La frase di un’alunna di un laboratorio scolastico o le voci di un quartiere della periferia di Tripoli con i muri crivellati dai proiettili o tra i vicoli asfissianti di Sabra e Chatila. E poi c’è la capacità empatica con chi incontri, una dote decisiva. E quella o ce l’hai o non ce l’hai.

Non può non colpire l’ammissione di senso di colpa di Luca per un concerto disdetto per seri motivi di salute. Non era un concerto commerciabile, era il concerto in un centro sociale – il Corto Circuito – e disdire un concerto quando c’è la tua gente ad aspettarti sembra quasi un tradimento. C’è della lealtà vera in questo atteggiamento, una cosa che va apprezzata e diventata rara.

Ma dalle pagine, tranne quelle che portano e partono da più lontano, è forte l’impronta del quartiere, o meglio, di un territorio che da sempre siamo abituati a considerare un unico quartiere. E’ il quadrante che dal Pigneto va fino a Quarticciolo, passando per Centocelle e allargandosi sui fianchi a Casalbertone da un lato, Torpignattara e Quadraro dall’altro. I propulsori sono i tramvetti che transitano sulla Prenestina o quello sulla Casilina, ormai depotenziato dalla metro C.

E’ una dimensione di quartiere ampia, è la vecchia periferia di Roma, dove Militant A e tanti come noi da sempre si muovono come pesci nell’acqua. Un territorio amico da cui partire e in cui tornare per fare cose. Un territorio che ancora tiene alla larga i fascisti e che sembra attraversato da un tam tam invisibile ogni volta che succede qualcosa che coinvolge tutti. Un esempio tra i tanti è quando morirono delle bambine rom nell’incendio di un camper sopra al centro commerciale di via della Primavera.

Il corteo che attraversò il quartiere per ricordare quelle bambine era enorme, partecipato, vero, sfidando apertamente l’orribile senso comune dell’odio razziale che respiriamo in questi mesi.

Convocato appunto da un invisibile tam tam e sincronizzato nell’esserci senza neanche troppe discussioni. E “Militant A” era lì, nel suo quartiere, vicino alla scuola dove andavano i suoi figli e dove come papà aveva messo su un laboratorio musicale. Una scuola che portava il nome di un bambino pakistano ammazzato – Iqbal Masih – ed ora è stata dedicata alla sua ex direttrice storica, Simonetta Salacone, figura una spanna sopra a tanti nel mondo e nella funzione inclusiva della scuola. La figura di Simonetta compare spesso nelle pagine del libro, ad essa Luca “Militant A” ha dedicato molto e molto ha ricevuto.

Ma c’è un dettaglio del rapporto tra la musica, Militant A, la “Roma meticcia” e il quartiere-territorio. L’ispirazione e quasi l’ossessione per il lago dentro la ex Snia, il “lago che combatte”. Tante volte il sottoscritto si è chiesto ed ha chiesto il perché di questa ossessione, in fondo è un particolare in un territorio metropolitano ampio, composito, contraddittorio.

La risposta forse non è ancora scritta nel libro di Militant A. Ma quello esploso in una enorme ex fabbrica abbandonata e sottratta alla speculazione, è un lago sorgivo. Non è il risultato della stagnazione dell’acqua piovana ma è frutto di una sorgente sotterranea, è un lago vivo piazzato negli interstizi di cemento ed amianto della metropoli. E’ un lago vivo, non stagnante, che strappa la sua esistenza e trasmette energia, come il rap di Luca e Assalti di Frontali.

 

 

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