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Libia: risoluzione Onu per attacco, forse già stanotte

«Stiamo arrivando questa sera e non avremo pietà», lo ha detto il leader libico Muammar Gheddafi in un messaggio alla tv di stato rivolto agli abitanti di Bengasi, roccaforte degli insorti. «Le persone disarmate non hanno niente da temere ma ogni casa sarà perquisita».

 

Ma ormai la partita si sta ridisegnando secondo l’esausto schema retorico dell’”intervento umanitario” (con la notevole differenza che stavolta arriva a “questione umanitaria” abbastanza conclusa). La risoluzione sottoposta al voto autorizza «tutti i mezzi necessari» per proteggere i civili coinvolti nel conflitto.

Il testo, che sarà votato alle 23 ora italiana, impone una no fly zone sui cieli della Libia, allo scopo di mettere sotto tutela la città ribelle di Bengasi, esplicitamente menzionata nella bozza di risoluzione. Il testo, messo a punto dalla Francia assieme alla Gran Bretagna e al Libano, esclude esplicitamente la creazione di una «forza di occupazione» in Libia, non è escluso a priori l’impiego di forze terrestri. Questa formulazione, consente di dare luce verde ad operazioni militari “mirate a salvare i civili”, ma pudicamente esclude che le forze militari terrestri possano essere considerate una “forza di occupazione”. Il confine tra le parole e la realtà, come sempre, sarà dunque affidato alla valutazione degli stati che metteranno in campo un contingente militare. Saranno loro a decidere cosa è “necessario”, e quindi rientra per definizione all’interno della non-definizione fissata nella bozza.

Raid aerei mirati contro le posizioni dell’esercito libico potrebbero avvenire già questa notte, non appena ottenuto il via libera dell’Onu per un ricorso alla forza. Lo dicono già con molta sicurezza i francesi (di cui non si può dimenticare il tentativo di assassinare Gheddafi già nel 1980, cercando di abbattere l’aereo su cui viaggiava, ma centrando invece il volo civile tra Roma e Palermo sui cieli di Ustica; questa, almeno, la versione sostenuta in fin di vita da Francesco Cossiga).

I raid aerei potrebbero intervenire nel quadro di un’operazione condotta da Francia, Gran Bretagna e Emirati Arabi Uniti, ha precisato la stessa fonte. Anche la Giordania potrebbe partecipare all’operazione, mentre l’Egitto ha assolutamente escluso una tale eventualità.

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