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Libia. La Nato ferma le barche dei ribelli

Il corrispondente sul posto della tv araba Al-Jazeerà ha smentito oggi la notizia di nuovi raid aerei Nato contro i soldati fedeli a Gheddafi nella città di Brega, sostenendo che gli ultimi raid in aiuto ai ribelli si sono registrati ieri mattina. Inoltre il giornalista arabo ha denunciato l’arrivo di rinforzi militari da Tripoli a Brega in sostegno alle truppe del colonnello. I ribelli avevano diffuso a metà mattinata la notizia di un attacco aereo della Nato che avrebbe distrutto due veicoli delle forze pro-Gheddafi a Brega, dove sono in corso combattimenti fra governativi e insorti.

Ma è un’altra la notizia che oggi fa discutere. Infatti unità navali Nato hanno fermato diverse imbarcazioni dei ribelli cariche di armi e aiuti partite da Bengasi e dirette a Misurata. Lo ha constatato l’inviato dell’Ansa a bordo di una delle imbarcazioni, la Jelyana, in contatto radio con le altre. Le imbarcazioni dei ribelli fermate oggi dalle navi della Nato sono quattro. È stata data loro la scelta se consegnare le armi o tornare indietro. Un’imbarcazione è stata fermata a 65 miglia da Bengasi, un’altra a 30 miglia da Misurata. La Jelyana, il cui comandante è Mustafa Ibrahim, sta tornando a Bengasi, da cui era partita ieri sera. Misurata è da giorni teatro di aspri combattimenti tra le forze fedeli Gheddafi e i ribelli. Questa “zelanteria” delle unità navali della Nato è del tutto conforme all’embargo sulle armi previsto dalla Risoluzione dell’Onu, ma è emblematico anche delle crescenti preoccupazioni dell’amministrazione USA sulle forniture di armamenti ai ribelli di Bengasi, dove – secondo il generale statunitense Stavridis e il sito israeliano Debka files – ci sarebbero miliziani di gruppi islamici vicini al Qaida. Illazioni che hanno provocato una frenata nella decisione ventilata dall’amministrazione Obama di procedere con rifornimenti militari ai gruppi che si sono ribellati a Gheddafi.

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