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Siria. Convocata per oggi una nuova manifestazione

Il gruppo  che si definisce “Rivoluzione siriana 2011” ha lanciato un appello a manifestare questo pomeriggio in tutta la Siria contro l’amministrazione del presidente Bashar al-Assad. Un messaggio è stato inserito stamani sulla pagina Facebook del gruppo ed invita i siriani a scendere in piazza alle 18 ora locale, le 17 in Italia, Già da ieri sul social network circolavano voci di una nuova manifestazione antigovernativa da tenersi oggi per chiedere le dimissioni di Assad.

In Siria «vedo che scorrerà altro sangue. Però i siriani continueranno a battersi per le libertà malgrado le interferenze esterne» intervistato oggi da La Repubblica, Haythem Al-Maleh, ormai ottantenne, avvocato considerato come il padre storico dei dissidenti siriani, afferma che nel paese «c’è chi semina zizzania» e ci sono anche “i cani sciolti di Rifaat”, un personaggio a suo avviso da non rimpiangere. Rifaat era il fratello del presidente Hafez al-Assad, conosciuto come il macellaio di ‘Tadmor’, lil carcere di massima sicurezza siriano fatto chiudere dall’attuale presidente Bashar. Guidò la violenta repressione della rivolta islamica di Hama nel 1982. Emarginato dal regime, Rifaat è in esilio dal ’92. Ora dall’Inghilterra guida l’opposizione per sostituire il presidente, con promesse di democrazia. “Figuriamoci” – sottolinea il vecchio Al Maleh. Ma tra i personaggi poco raccomandabili che dall’estero soffiano sul fuoco della rivolta in Siria c’è anche Abdul Halim Khaddam, L’ex vicepresidente siriano Khaddam – costretto alle dimissioni nel 2005 – secondo il decano dei dissidenti è un criminale, un corrotto e il responsabile degli anni più cupi in Libano, della repressione contro il dissenso. Il suo feudo -continua al-Maleh- è proprio Banias. Oggi due suoi uomini sono stati arrestati per avere fomentato proteste e bande criminali. Ma i siriani sanno chi è Khaddam -sottolinea – Lui non tornerà”

Sul piano regionale intanto si segnala che l’Iran, il quale aveva finora sostenuto tutte le rivolte popolari in Medio Oriente e Nord Africa, ha affermato oggi che le proteste in Siria sono il risultato di un complotto degli Usa e di Israele. “Non deve essere esercitata violenza contro il popolo che avanza pacificamente delle richieste – ha affermato il portavoce iraniano Ramin Mehman-Parast – Ma se un gruppo vuole creare problemi con l’aiuto degli stranieri, allora ci deve essere una reazione”.

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