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Libia. La Nato come “bounty killer”

Il leader libico Gheddafi, la sua famiglia e i suoi più stretti collaboratori – dice il sito israeliano Debka files, molto vicino ai servizi segreti – hanno abbandonato Tripoli il 1 maggio scorso, dopo il raid Nato in cui sono rimasti uccisi il figlio Saif al Arab e tre nipoti del colonnello. A Washington e nel quartier generale della Nato si sospetta che Gheddafi abbia saputo in anticipo dell’attacco dell’Alleanza Atlantica, riuscendo così a scappare. Fonti di intelligence hanno rivelato a Debka che sarebbe stato un nuovo sistema di difesa elettronico, fatto arrivare di recente in un’ambasciata straniera di Tripoli, ad avvisare Gheddafi dell’imminente raid. Le stesse fonti hanno sottolineato come nelle ultime due settimane, da quando è stato attivato questo sistema, la Nato ha colpito soprattutto edifici governativi vuoti e installazioni militari ormai abbandonate.

La Nato ufficialmente mantiene un atteggiamento cinico sulla caccia all’uomo contro Gheddafi. Ieri il generale di Brigata Claudio Gabellini, Chief Operations Officer della missione ‘Unified Protector’ ha detto che i bombardamenti della Nato della notte scorsa a Tripoli hanno preso di mira solo obiettivi militari e ha aggiunto che l’Alleanza non sa dove si trovi il colonnello. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha affermato di non avere “alcuna idea” di dove possa trovarsi Muammar Gheddafi, che non appare in pubblico da 10 giorni, ma ha assicurato che le operazioni Nato non sono finalizzate alla sua eliminazione. “Gheddafi non e’ mai stato l’obiettivo della missione” internazionale che mira a “proteggere i civili” per evitare un “bagno di sangue”, ha dichiarato il titolare della Farnesina intervenendo a Radio anch’io.

Sul fronte militare si segnala che le forze dei ribelli sarebbero avanzate ieri di una quindicina di chilometri a ovest di Misurata, avvicinandosi così a Zlitan, circa 40 km dalla città portuale. Zlitan, che conta circa 200.000 abitanti, si trova a 150 km da Tripoli. Gli insorti hanno circondato le forze governative nei pressi dell’aeroporto e nella zona di un’accademia dell’aeronautica militare nel quartiere meridionale di Ghiran. “Il piano è quello di cacciare le forze di Gheddafi fuori dall’aeroporto e dall’accademia dell’aeronautica militare dove ora sono intrappolate”, ha detto Abdelsalam, portavoce dei ribelli, da Misurata. “Se l’avanzata delle ultime 24 ore si ripeterà, domani saremo alle porte di Zlitan”, ha assicurato l’ex colonnello Haj Mohammad, capo delle operazioni sul fronte a ovest di Misurata. “Continuiamo a raccogliere successi ma il nostro punto debole è che non possiamo mantenere il controllo delle zone che conquistiamo”, ha confessato però Abdelsalam,

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