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Fukushima: Tepco sotto tutela statale

I problemi nucleari del Giappone non finiscono mai.

L’operatore della centrale nucleare di Hamaoka – uno degli impianti atomici a più alto rischio del Giappone – ha fermato uno dei due reattori ancora in funzione, il numero 4. Presto toccherà al numero 5, l’ultimo rimasto attivo. La centrale è situata a 200 km a sudovest di Tokyo. Il reattore n.3, fermo dallo scorso novembre per manutenzione, non era stato ravviato sull’onda della crisi nucleare scatenatasi a Fukushima, mentre il n.1 e il n.2 – i più vecchi – erano stati decommissionati nel 2009. Era stato lo stesso premier Naoto Kan – in una diretta televisiva a due mesi dal grave incidente di Fukushima – a chiedere al gestore energetico Chubu Electric Power Co. di sospendere le operazioni della centrale di Hamaoka per potenziare le misure di sicurezza anti catastrofe. Nel suo intervento il primo ministro giapponese aveva sottolineato l’alta probabilità che nell’area centrale del Paese, dove si trova l’impianto di Hamaoka, si possa verificare nei prossimi 30 anni un sisma di magnitudo 8.

 

Al tempo stesso, il governo ha approvato oggi il piano per assistere finanziariamente la Tepco, la più grande utility dell’Asia e titolare della centrale disastrata di Fukushima n.1, che dovrà fare fronte ai giganteschi risarcimenti per i danni della crisi nucleare in corso. Lo schema prevede l’istituzione di un nuovo organismo a guida statale, finanziato con fondi pubblici e privati, che garantirà al gestore elettrico in difficoltà la liquidità necessaria per il pagamento degli indennizzi, evitando il collasso della compagnia sotto il peso dei debiti.

Lo schema varato dall’esecutivo ha l’obiettivo primario di facilitare il rapido pagamento degli indennizzi a tutti i soggetti colpiti dalla crisi nucleare di Fukushima, stimati in decine di miliardi di euro, mantenendo il colosso energetico sul mercato in maniera stabile. L’operatore sarà tenuto sotto il controllo pubblico fino a quando non saranno completati i risarcimenti. Il nuovo organismo sarà finanziato con l’emissione di bond speciali, riscattatabili in qualsiasi momento, e con il contributo privato degli operatori energetici che gestiscono gli impianti nucleari. L’istituzione avrà anche funzioni di carattere assicurativo, per poter gestire le conseguenze di altri eventuali incidenti atomici in futuro. Il piano approvato oggi, che non fissa un limite massimo preventivo per gli indennizzi da parte di Tepco, prevede inoltre una serie di misure per monitorare da vicino le attività dell’operatore elettrico, tra cui l’istituzione di una commissione di controllo indipendente: la compagnia è chiamata a tagliare significativamente le spese di gestione, in particolare le retribuzioni dai dipendenti ai dirigenti, e ad assicurare fondi dalla vendita delle sue ingenti proprietà, come gli asset azionari e immobiliari.

Il governo, infine, ha indicato la necessità di rivedere la roadmap formulata dalla Tepco per la stabilizzazione della centrale nucleare di Fukushima n.1, fissata in un periodo di 6-9 mesi, alla luce degli ultimi e inaspettati sviluppi nel reattore n.1, che indicano l’alta possibilità di un parziale meltdown e di una perdita di acqua radioattiva. Lo scorso 17 aprile il titolare della centrale disastrata aveva presentato un piano generale per mettere sotto controllo i reattori instabili entro gennaio 2012, portando poi avanti, apparentemente senza intoppi, le operazioni per montare un nuovo sistema di raffreddamento stabile. Ieri, tuttavia, i tecnici hanno scoperto che l’acqua di refrigerazione all’interno del contenitore di pressione del reattore n.1 è a un livello molto più basso di quanto ritenuto finora, al punto da lasciare del tutto scoperte le barre di combustibile nucleare, che si sarebbero in gran parte fuse andando a lesionare il fondo della struttura.

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