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Libia. Ricorso legale contro le stragi della Nato

Ha avviato la procedura per far causa alla Nato una famiglia libica di Tripoli che ha perso cinque suoi membri in un raid delle forze della coalizione. Il capofamiglia, Mohamed Ali Gurari, ha spiegato a Sky News di aver perso in un raid del 19 giugno la figlia Karima e il genero Abdullah, oltre ai nipotini, il più piccolo dei quali aveva solo sette mesi. Per questo, con l’aiuto del governo di Tripoli, ha avviato una procedura giudiziara con la quale intende portare al banco degli impotati la Nato. «Se avessi la possibilità di parlare a David Cameron (il premier britannico, ndr), gli direi di fermarsi – ha detto Gurari – È questa quella che lui chiama protezione?». «Mia sorella era solo un’insegnante – ha detto Najat, sorella di Karima – Non aveva niente a che fare con l’esercito o con il governo». La Nato ha ammesso alcuni errori nel raid del 19, ma non condivide le stime di di Tripoli sul numero delle vittime. Anche in Italia si sta lavorando per portare i comandi della Nato e i ministri competenti dei vari paesi coinvolti davanti ad un tribunale per crimini di guerra.

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