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I problemi della democrazia davanti al “caso Murdoch”

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Gb, Parlamento voterà oggi contro acquisto Murdoch di BSkyB

mercoledì 13 luglio 2011 10:11

LONDRA (Reuters) – Il Parlamento britannico si riunirà oggi per chiedere a Rupert Murdoch di rinunciare ai piani di ulteriore espansione del suo impero mediatico, un passo impensabile appena due settimane fa, prima che esplodesse lo scandalo intercettazioni.

La mozione dell’opposizione contro l’offerta di News Corp per rilevare BSkyB non è vincolante dal punto di vista giuridico ma riflette il disgusto del pubblico di fronte alle rivelazioni che uno dei giornali di Murdoch ha intercettato i telefoni dei parenti di militari morti in guerra e di una ragazza assassinata.

La decisione dei due partiti della coalizione di governo di sostenere il voto – una manifestazione di unità a cui in genere si assiste solo in casi di conflitto – è espressione della caduta di uno degli uomini più potenti del mondo.

Ma la difficile situazione di Murdoch rischia di avere ripercussioni negli Stati Uniti, sede dell’impero News Corp che comprende una parte importante dei media statunitensi, inclusi The Wall Street Journal, New York Post e Fox Broadcasting.

Il senatore americano John Rockefeller, presidente della Commissione Commercio, Scienza e Trasporti, ha chiesto un’indagine per stabilire se News Corp abbia violato delle leggi Usa.

Rockefeller si dice preoccupato dal fatto che le intercettazioni da parte di News Corp scoperte a Londra “possano essersi estese alle vittime del 9/11 o ad altri americani”, nel qual caso, avverte, “le conseguenze sarebbero pesanti”.

La decisione del primo ministro conservatore britannico David Cameron di voltare le spalle a Murdoch, presa per contenere i danni che la crisi ha provocato alla sua credibilità, ha aumentato i dubbi che il magnate 80enne dei media possa assicurarsi il 61% di BSkyB che News Corp non possiede.

L’Independent, critico nei confronti di Murdoch da quando è emerso lo scandalo, cita ministri che in via confidenziale dicono che l’acquisto sarebbe “politicamente morto” dopo il voto in Parlamento.

Un esponente di governo ha detto al quotidiano che il solo modo in cui News Corp potrebbe completare l’acquisto di BSkyB sarebbe vendendo gli altri tre giornali britannici: The Sun, The Times e The Sunday Times.

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BSkyB, no bipartisan a Murdoch

Leonardo Maisano

LONDRA. Dal nostro corrispondente

«Questa Camera crede che, nell’interesse pubblico, NewsCorp debba ritirare la proposta di acquisto della pay tv BskyB». Oggi la maggioranza dei deputati ai Comuni dirà di sì, dirà che Rupert Murdoch deve abbandonare il progetto da 12 miliardi di dollari, opus magnum della sua straordinaria avventura imprenditoriale. In un raro esempio di convergenza politica, il Governo di David Cameron si schiera, infatti, con l’opposizione laburista di Ed Miliband che ha promosso la mozione. Del tutto allineati anche i LibDem d Nick Clegg, junior partner nell’Esecutivo.

Rupert Murdoch, lo squalo, si risveglia, così, paria, ottantenne, nel regno di Elisabetta. Un corpo da espellere dopo aver orchestrato la politica britannica, da Margaret Thatcher a Tony Blair passando per John Major, allargandosi a Gordon Brown fino a impalmare David Cameron. Quattro giorni bastano a sconvolgere un impero prossimo alla dissoluzione, se sono vere le voci di chi immagina la vendita del Sun e la creazione di un trust per Times e Sunday Times.

L’avvitarsi della crisi scandita da continui colpi di scena ha bruciato, in quattro sedute, il 15% della capitalizzazione di Borsa del gruppo, circa sette miliardi di dollari. Troppi anche per il tycoon australiano che ieri ha messo fine all’emorragia con un programma di buyback di cinque miliardi di titoli. Un miliardo e ottocento milioni era già programmato, gli altri tre miliardi e duecento milioni, NewsCorp li ha trovati nella somma che era stata accantonata per l’operazione BskyB. Formalmente il deal è ancora in piedi. La decisione di Rupert Murdoch di portare davanti all’Antitrust il piano di acquisizione del 60,1% delle azioni (lui controlla il 39,9) gli garantisce tempo e allenta la pressione politica. Ci vorranno almeno sei mesi per l’indagine e questo potrebbe consentire all’editore di rimettere insieme i pezzi di una scacchiera volata per aria. Martedì avrà l’occasione per cominciare a farlo. Lui, il figlio James e Rebekah Brooks, la fedelissima ex direttrice di News of the World oggi ceo di NewsInternational a cui fanno capo le attività britanniche del gruppo, sono stati invitati a comparire davanti alla Commissione Cultura della Camera. «Vogliamo chiedere loro – ha precisato il deputato Tom Watson – se erano al corrente delle bustarelle alla polizia, dei pagamenti autorizzati per far tacere protagonisti di questo caso e se sono pronti a scusarsi con i genitori di Milly Dowler (la ragazzina tredicenne uccisa da un maniaco il cui telefono era stato intercettato da un detective al soldo di News of the World ndr)».

Da ieri, la strada per il tycoon australiano s’è fatta irta e tortuosa, aggravata dalle dichiarazioni di ufficiali di polizia che hanno denunciato ai Comuni le bugie raccontate agli inquirenti dal top management della società editrice. I margini per ritrovare consenso nel mondo politico sono ridotti a niente. Lo svolazzo di David Cameron che a Downing street è arrivato grazie anche al sostegno ufficiale di Sun e Times, ovvero del media più popolare e di quello che ancora si rivolge a un pubblico autorevole, è stato veloce quanto gli eventi. La decisione di schierarsi con i laburisti era nell’aria dopo il tono della conferenza stampa dei giorni scorsi in cui aveva cercato di trovare una sponda nell’altra metà della politica britannica, quella laburista, a lungo compromessa, nell’era Blair, con NewsCorp. Miliband e Cameron si sono trovati in sintonia nel chiedere nuove regole per pilotare il giornalismo verso un nuovo, indefinito ordine. Lo hanno fatto dimenticandosi di ricordare che il terremoto è stato innescato da uno scoop giornalistico, quello del Guardian, primo a denunciare le intercettazioni e a sospettare, nel silenzio dei più, una trama profonda.

La stessa che ieri ha denunciato l’ex premier Gordon Brown, per dieci anni vittima del “metodo Murdoch” scandagliato com’è stato nei capitoli più personali. «Hanno usato criminali per indagare nella vita privata a caccia di storie. Sono davvero sotto shock. Se sono riusciti a infrangere – ha insistito Brown – la protezione di cui godevo dal Cancelliere e da premier che cosa hanno potuto fare a un normale cittadino?». La domanda è imbarazzante anche per i denti affilati di uno squalo ottuagenario.

LE TAPPE

4 luglio

L’avvocato della famiglia di Milly Dowler, 13enne rapita e uccisa nel 2002, dice di aver saputo dalla polizia che i messaggi lasciati sul cellulare della ragazza subito dopo il rapimento erano stati illegalmente intercettati (e alcuni cancellati per far posto ad altri) da un detective pagato dal tabloid News of the World

5 luglio

Si apprende che il tabloid, con l’autorizzazione di Andy Coulson, ex direttore ed ex portavoce di David Cameron, pagava la polizia per ottenere informazioni. Le intercettazioni illegali avevano inoltre incluso anche vittime degli attentati di Londra del 2005

6 luglio

Cameron «sconcertato», molte aziende sospendono le inserzioni pubblicitarie sul tabloid. Denunciate intromissioni anche nei telefoni dei parenti di soldati britannici uccisi

7 luglio

Murdoch annuncia che il numero del 10 luglio di News of the World sarà l’ultimo

8 luglio

Cameron annuncia due inchieste, una sulle intercettazioni illegali, l’altra sui rapporti tra stampa e potere. Coulson viene arrestato

11 luglio

Murdoch rinuncia alla cessione di SkyNews accettando dunque di sottoporre l’acquisizione della pay tv BSkyb all’Antitrust

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New York, 13 lug. (TMNews) – Il gruppo americano News Corp, nella tempesta a causa dello scandalo sulle intercettazioni in Gran Bretagna, starebbe provando, al momento senza successo, a vendere tutti i suoi giornali britannici: è quanto ha riferito ieri il Wall Street Journal citando citando fonti vicine al dossier.

Secondo il quotidiano finanziario, il gruppo del magnate Rupert Murdoch ha “sondato in modo informale l’interesse di potenziali compratori per la sua attività di stampa scritta nel Regno Unito, News International”.

“Visto il contesto economico difficile per la stampa, nessun compratore si è manifestato”, ha però precisato il Wall Street Journal, aggiungendo che l’idea potrebbe comunque tornare d’attualità “nelle prossime sei settimane”.

(fonte afp)

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Gb/ Pressioni negli Usa per indagare su News Corporation

Senatore Rockfeller: Conseguenze gravi se intercettati americani

Roma, 13 lug. (TMNews) – Rupert Murdoch, travolto in Gran Bretagna dallo scandalo intercettazioni, potrebbe finire nel mirino anche negli Stati Uniti. Come riporta il sito web del Telegraph, il senatore democratico Jay Rockefeller, vicino alla Casa Bianca e presidente della Commissione Commercio, Scienza e Trasporti del Senato, ha espresso la sua inquietudine per la vicenda che ha portato alla chiusura dello storico tabloid britannico News of the World, chiedendo che si accerti che nessun cittadino americano sia stato illegalmente intercettato dai giornali del tycoon australiano.

“Sono preoccupato che le intercettazioni illegali condotte a Londra da News Corp. possano coinvolgere anche le vittime degli attentati dell’11 settembre 2011 o altri cittadini americani”, ha detto il senatore, secondo quanto riporta il quotidiano britannico The Telegraph. “Se così fosse le conseguenze sarebbero gravi”, ha aggiunto.

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Brown chiede inchiesta su News International: utilizzavano criminali per avere informazioni

di Nicol Degli Innocenti

LONDRA – Lo scandalo intercettazioni si allarga e il cerchio si stringe intorno a Rupert Murdoch. Nuove rivelazioni sono emerse sulla condotta poco etica di altri giornali del gruppo News International, fondato dal magnate dei media. Sembra che non fosse solo il settimanale News of the World, chiuso la settimana scorsa da Murdoch, ad usare mezzi illeciti per ottenere scoop e notizie da prima pagina.

Sia The Sun che The Sunday Times avrebbero ottenuto in modo illecito accesso ai conti bancari, a documenti notarili e alle cartelle mediche dell’ex premier Gordon Brown all’epoca in cui era cancelliere dello Scacchiere. In un’intervista alla Bbc stamattina, Brown si è detto sconvolto dalle rivelazioni e ha parlato del dolore suo e della moglie quando The Sun nel 2006 aveva rivelato che il loro bambino era affetto da fibrosi cistica. «Eravamo in lacrime, ma non potevamo farci niente, – ha detto. – A tutt’oggi non so come abbiano ottenuto quelle informazioni sulle condizioni mediche di mio figlio».

Brown è andato oltre, chiedendo un’inchiesta sugli “stretti legami” tra il gruppo News International e il mondo della criminalità organizzata. Secondo l’ex premier il gruppo editoriale usava regolarmente “noti criminali” per avere accesso a informazioni riservate e notizie e questi legami vanno ora indagati.

Oggi intanto alcuni capi della Metropolitan Police verranno interrogati in Parlamento sulle indagini incomplete e frettolose condotte dalla polizia nel 2005 sulle intercettazioni illegali fatte da giornalisti e dipendenti del gruppo News International. Il vicecommissario John Yates, che aveva deciso di non riaprire l’indagine nel 2009, ha giá amesso di avere fatto un grave errore ma ha anche sottolineato la assoluta mancanza di cooperazione da parte del gruppo editoriale. L’accusa alla polizia è di avere deliberatamente insabbiato l’inchiesta per fare un favore a News International, con cui aveva stretti rapporti e che, secondo le accuse, pagava regolarmente alcuni poliziotti in cambio di informazioni riservate.

La polizia intanto sta contattando tutte e quattromila le persone i cui numeri di telefono e dettagli personali sono stati trovati in possesso dell’investigatore privato Glenn Mulcaire, che lavorava per News of the World.

Rupert Murdoch, che è a Londra per cercare di limitare i danni dello scandalo, ha giá visto crollare il suo sogno di acquistare BSkyB in tempi brevi. Ora che il Governo ha deciso di riferire l’acquisto della pay-tv alla Competition Commission, i tempi si allungano di molti mesi. Nel frattempo, alcuni commentatori prevedono giá che Murdoch, messo alle strette dagli azionisti di News Corp, possa decidere di disfarsi dell’intero gruppo News International per impedire che il resto del suo vasto impero sia “contagiato”.

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Londra, si allarga anche ad altri giornali lo scandalo intercettazioni illegali

Sarebbero coinvolti anche il Sunday Times e il Sun

Il governo inglese frena l’acquisizione di BskyB

MILANO- È una valanga che sembra non fermarsi. E che sta travolgendo tutto il gruppo Murdoch, News Corp e News International. Dopo la chiusura di News of the World, travolto dallo scandalo intercettazioni illegali, anche il Sunday Times e il Sun pare siano colpevoli di aver spiato personaggi famosi. Tra questi l’ex premier Gordon Brown oltre a una decina di membri della famiglia reale. Ma non finisce qui. Scotland Yard accusa una fuga di notizie sull’indagine per boicottarla. E intanto il governo ha chiesto a Murdoch di fare luce sullo scandalo per dare il via libera all’acquisizione di Bskyb, il gruppo satellitare inglese, di cui il magnate australiano controlla, per ora, il 39 per cento. Una richiesta che è stata rimandata al mittente attraverso una nota. Sfidando così il premier David Cameron.

LE RIVELAZIONI- Il magnate australiano è arrivato a Londra per gestire la crisi in prima persona. Ma al suo arrivo ha trovato una situazione difficile. E che non smette di complicarsi. Nuove rivelazioni accusano le grandi testate del gruppo di aver spiato a loro volta. In particolare il Sun e il Sunday Times, domenicale del Times, avrebbero frugato per dieci anni nella vita di Gordon Brown, dando in pasta all’opinione pubblica notizie riservate. Come la malattia del figlio nel 2006. E l’acquisto di una casa. L’ex premier e la moglie Sara si dicono «sconvolti». Nel mirino è finita anche la famiglia reale. Carla e Camilla. Il principe William, il fratello Harry. Comprese persone che lavorano per Buckingham Palace. Tutti «guardati» con tanto di cimici.

IL GRUPPO- Ma spionaggio a parte, la vera sfida è tutta economica. Il gruppo di Murdoch, poco prima dello scandalo, aveva avviato le trattative per comprare il 100 per cento di BSkyB, un affare da 14 miliardi di dollari. L’80enne australiano alla richiesta di fare «piazza» pulita da personaggi coinvolti nell’indagine (tra questi anche la rossa Rebekah Brooks) ha reagito ritirando di alcune concessioni fatte alle autorità britanniche. Tra queste la proposta di separare l’emittente Sky News dal resto di gruppo. A quel punto il ministro della Cultura Jeremy Hunt ha spinto perché l’acquisizione passi dalla Commissione Concorrenza. Passaggio già messo in conto da Murdoch. L’affare insomma sembra essere congelato.

SCOTLAND YARD- E come se non bastasse anche Scotland Yard punta il dito contro il gruppo per la gestione delle informazioni delle indagini. La polizia britannica accusa una fuga di notizie per cercare di boicottare l’inchiesta di corruzione di agenti e giornalisti. Insomma dando notizie riservate agli organi di stampa («di cui erano a conoscenza un gruppo ristretto di persone») è stato ostacolato il lavoro. Ora una pioggia di cause rischia di arrivare sul tavolo di Murdoch. Tra queste anche quella intentata da azionisti americani del News Corp per la cattiva gestione del gruppo. Insomma, è una valanga che sembra non fermarsi.

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