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Debito Usa: rotte le trattative, default dietro l’angolo

Lo speaker della Camera John Boehner ha abbandonato il tavolo e il presidente Barack Obama, pur dicendosi fiducioso che un default non ci sarà, di fatto è costretto a prendere in considerazione questa possibilità. Ha avviato contatti con il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, che venerdì si è incontrato con il presidente della Fed, Ben Bernanke, per discutere l’impatto di un possibile default sull’economia e valutare piani di emergenza.

Il presidente «non vuole fare quello che è necessario per risolvere i nostri problemi» attacca Boehner. «Ho offerto un piano straordinariamente giusto, con oltre 1.000 miliardi di dollari di tagli. È difficile capire il ritiro di Boehner», replica Obama. Gli americani «sono esasperati» dall’incapacità di azione del Congresso», evidenzia il presidente che convoca alla Casa Bianca i leader del Congresso per le 17.00: «siamo fuori tempo massimo e dovranno spiegarmi come eviteremo il default». «Dobbiamo avere delle risposte prima dell’apertura di Wall Street lunedì», aggiunge Obama. Il tracollo dei titoli di stato Usa (se l’amministrazione va in fallimento, sia pure temporaneo, il debito dello stato non potrà non subire contraccolpi drammatici e destabilizzanti) e dei valori azionari potrebbe far impallidire il ricordo del 1929.

Obama ha aggiunto «Sono pronto ad assumermi la responsabilità di aumentare il tetto del debito se il piano» avanzato dal leader della minoranza in Senato, Mitch McConnell. I repubblicani «devono assumersi le loro di responsabilità. Possono dire sì a qualcosa? Sono loro che hanno detto il problema maggiore da affrontare è il deficit e il debito. Finora non ho visto nei repubblicani alla camera la capacità – osserva Obama – di decisioni difficili: dov’è la leadership o quanto sono seri nel voler ridurre il deficit e il debito?»

«Il tetto del debito va alzato, non ci sono alternative». «Non possiamo sanare il deficit e il debito solo con i tagli, se non potremo contare su ulteriori entrate, molti americani ne risentiranno. Questo non ha senso. Non è giusto». Per non sembrare «socialista» Obama precisa: «Voglio che ognuno abbia la possibilità di diventare milionario. Ritengo che il libero mercato sia il maggior generatore di ricchezza che abbiamo mai avuto. Non voglio punire i ricchi: chiedo a coloro che hanno avuto benefici negli ultimi dieci anni di condividere i sacrifici». «Se Abramo Lincoln ha potuto fare compromessi, sono sicuro che possiamo farli anche noi per gestire il budget».

Basterà per convincere il partito dei ricchissimi a mollare qualche centesimo?

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