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Palestina. Gli Stati Uniti cercano di bloccare il voto all’Onu

Il presidente americano Barack Obama incontra questa sera a New York il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, per bloccare l’iniziativa palestinese all’Onu. L’incontro è stato annunciato dalla Casa Bianca. Si svolgerà all’hotel Waldorf Astoria dopo che Obama avrà avuto un faccia a faccia con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Abbas ha annunciato che nel suo discorso di venerdì davanti all’Assemblea Generale dell’Onu chiederà il riconoscimento della Palestina come 194esimo stato membro delle Nazioni Unite. Israele si oppone, affermando la formula rituale e ormai scarsamente credibile che la pace può essere raggiunta solo “attraverso negoziati diretti e non con passi unilaterali” (sic!). Gli Stati Uniti si sono appiattiti su questa posizione e dopo anni di inutili trattative stanno cercando di resuscitare i negoziati di pace per poter fermare l’iniziativa palestinese. Gli Stati Uniti sono pronti a porre il veto alla richiesta palestinese al Consiglio di Sicurezza, ma sono in evidente difficoltà. Per questo Washington sta anche cercando di costituire un blocco di nove voti nel Consiglio di Sicurezza per fermare l’iniziativa palestinese. L’Anp dal canto suo ha già ottenuto il sostegno di sei-sette Paesi e spera di convincerne altri due o tre.

La richiesta dei palestinesi di essere riconosciuti come Stato delle Nazioni Unite prevede due tappe: la prima al Consiglio di Sicurezza, dove però gli Stati Uniti porranno il loro veto, poi si passerà all’Assemblea Generale, dove gli equilibri sono sostanzialmente diversi. Il fronte del no vedrà Israele e Stati Uniti e alcune piccole isole – da Narau alle Isole Marshall – che di solito si allineano alla posizione Usa. I favorevoli invece, sono annunciati tra i paesi come Algeria, Indonesia, Libano, Libia, Oman, Pakistan, Qatar, Siria, l’Iran, la Turchia, la maggior parte dei Paesi di Africa e America del Sud (con la sola eccezione della Colombia). I diplomatici palestinesi al Palazzo di Vetro sostengono di poter contare su 128 voti favorevoli.. Infine ci sono i paesi dell’Unione europea dove si cerca un compromesso tra il fronte «pro Palestina» (Belgio, Cipro, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svezia) e quello dei Paesi che non condividono l’idea del riconoscimento e che insistono, piuttosto opportunisticamente e tardivamente, per la ripresa di negoziati diretti tra le parti (Germania, Italia, Olanda, Polonia e Repubblica Ceca). Gran Bretagna e Francia, che stanno cercando di raccogliere i dividendi economici e diplomatici dell’aggresione militare alla Libia, non hanno finora espresso una posizione chiara.

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