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Palestina membro a pieno titolo dell’Unesco

Si tratta di un evento a suo modo di portata storica, che segnala come il mondo riconosca l’ingiustizia estrema della situazione in cui si trova il popolo palestinese. Solo poche settimane fa il veto di Obama aveva chiuso le porte all’ammissione della Palestina come membro delle Nazioni Unite. L’Unesco è una delle istituzioni in cui si articola l’Onu, ma anche una di quelle in cui non si può far valere nessun diritto di veto. Ovviamente è una vittoria più sul piano simbolico che effettivo, ma in politica e nella storia i simboli hanno un grande valore.

La conferenza generale dell’Unesco ha votato a favore dell’adesione della Palestina come membro a pieno titolo dell’organismo Onu. L’Italia si è astenuta dal voto: 107 Stati si sono espressi a favore dell’adesione della Palestina, 52 – tra cui appunto l’Italia – si sono astenuti, e 14 hanno detto no. Gli Usa, la Germania e Israele sono tra quelli che hanno detto no.

Mentre in sala ha fatto molto scalpore il sì di Paesi come la Francia, il Belgio, la Spagna, l’Austria e la Russia. Voti, questi ultimi, accolti dal forte applauso di molti partecipanti. L’Europa, insomma, si è spaccata al momento del voto. Immediate le reazioni: gli Usa «non possono accettare» l’adesione della Palestina all’Unesco, ha detto il rappresentante degli Stati Uniti intervenendo alla sessione plenaria dell’Unesco dopo il voto favorevole

L’Italia si è attivata per giungere ad una posizione coesa e unita dell’Europa, in mancanza della quale ha deciso di astenersi». Lo ha detto il portavoce della Farnesina Maurizio Massari, parlando della votazione che ha portato al riconoscimento da parte dell’Unesco della Palestina come membro a pieno titolo dell’organismo Onu.

«Da un lato – ha aggiunto Massari – riconosciamo i progressi compiuti dall’autorità palestinese di Salam Fayyad, dall’altro riteniamo che non fosse questo il momento per porre la questione della membership davanti all’Unesco, in una fase in cui si sta cercando di creare le condizioni per la ripresa del negoziato tra le due parti, visto che pende già una domanda dell’Anp all’Onu».

Durissima e quasi belligerante la reazione israeliana. «Dobbiamo prendere in considerazione la rottura di ogni legame con l’Autorità nazionale palestinese. Non possiamo accettare di continuo le sue iniziative unilaterali»: lo ha affermato il ministro israeliano degli Esteri Avigdor Lieberman, commentando il voto odierno all’Unesco. Lieberman si è così espresso nel corso di una riunione della lista parlamentare di Israel Beitenu, la formazione di destra radicale di cui è il leader.

«Non sono disposto ad accettare – ha proseguito Lieberman – che Israele diventi il ‘fessò della Regione. Non è ammissibile che una volta dopo l’altra ci venga sputato in faccia, e poi si venga a dire che è solo una benefica pioggerella». Nei giorni scorsi Lieberman aveva accusato il presidente dell’Anp Abu Mazen di rappresentare uno dei «maggiori ostacoli» alla pace fra israeliani e palestinesi. Oggi è tornato ad accusare l’Anp di aver fatto il possibile «per esimersi dall’accogliere l’appello del Quartetto per la ripresa di trattative bilaterali di pace con Israele. Il ministro degli esteri israeliano ha poi ricordato che gli accordi di coalizione del governo di Benyamin Netanyahu prevedono fra l’altro l’abbattimento del regime di Hamas a Gaza. »Dobbiamo farlo, il più presto possibile« ha affermato, dopo che nei giorni scorsi miliziani palestinesi hanno sparato da Gaza decine di razzi contro centri abitati israeliani nel Neghev. Quegli attacchi sono stati rivendicati dalla Jihad islamica, ma Israele vede in Hamas il responsabile supremo di quanto avviene a Gaza.

«Siamo felici: il voto di oggi all’Unesco ci da più potere per andare avanti sulla strada della libertà e della liberazione»: lo ha detto Yahya Yakhief, membro della delegazione palestinese a Parigi, interpellato dall’ANSA presso la sede dell’Unesco. «Oggi – ha aggiunto – la comunità umana ci ha sostenuto».

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1 Commento


  • la congiura degli eguali

    obama dovrebbe restituire il nobel per la pace, ed essere insignito del premio dell’ipocrisia; l’italia come al solito si comporta da serva del gigante criminale amerikano, ma il vento di liberazione soffierà ugualmente ancora, fino alla totale liberazione dell’intera palestina.

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