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Grecia. La mobilità non basta, servono i licenziamenti

Il governo di coalizione greco ha ottenuto ieri la maggioranza in Parlamento per approvare la legge di bilancio per il 2012. I tre principali partiti che sostengono il governo di coalizione di Papademos hanno garantito una maggioranza alla legge di bilancio per il 2012, un pacchetto di misure anti-crisi molto impopolare contestato da manifestanti che si sono scontrati con la polizia davanti al Parlamento.

La misura della sospensione temporanea dal lavoro (la mobilita’) dei lavoratori pubblici ritenuti in “esubero”, decisa dal governo greco nell’ambito del programma per la riduzione della spesa pubblica, non ha dato i risultati desiderati dai “commissari”. Secondo i primi dati diffusi dal ministero della Riforma Amministrativa, su 4.929 dipendenti che hanno lasciato il posto di lavoro dal 6 ottobre fino al 27 novembre, soltanto 515 di loro rientrano nella legge in questione. Il resto degli impiegati e’ riuscito ad andare in pensione anticipata, presentando la domanda prima dell’entrata in vigore della legge, oppure aveva maturato gli anni di anzianita’ necessari (33) per andare regolarmente in pensione. In base a questi dati, quindi, e’ chiaro che non e’ possibile raggiungere l’obiettivo dei 30.000 dipendenti che in base alla legge dovevano andar via dal settore pubblico entro la fine del 2011, come prevedeva l’accordo con la troika. Nel frattempo, in vista dell’arrivo ad Atene dei rappresentanti della troika – Paul Tomsen del Fondo Monetario Internazionale, Matthias Mors dell’Unione Europea e Claus Mazuch della Banca Centrale Europea – prevista per il 12 dicembre, aumentano le pressioni europee sul governo guidato dal premier Lucas Papademos affinché risolva il problema. Diversamente, come prevedono vari analisti, i rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia chiederanno ulteriori misure aggiuntive, senza escludere il licenziamento.

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