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Stati Uniti. Occupare le case sfitte!

Un sistema abitativo che serve solo le banche di Wall Street e l’1% della popolazione, non ha funzionato” denuncia il sito del nuovo movimento “Occupy our homes”. In questi giorni il 99% della società ha intensificato l’azione e ha detto: “Stiamo recuperando le nostre case.” Le banche hanno sentito questo messaggio forte e chiaro. La Bank of America ha diffuso immediatamente una preoccupatissima nota interna contro l’occupazione delle case rimaste sfitte dopo che le banche le hanno pignorate sfrattandone gli abitanti.
Da Southgate, Michigan a South Gate, California, dalla East End di New York a Fulton County Courthouse in Georgia, i membri del 99% sono pasati all’azione occupande le case.
Le banche si sono dovute sedere al tavolo delle trattative con gli occupanti casa a West Oakland, Seattle e San Jose. Alcune aste per la vendita delle case pignorate sono state bloccate in Georgia e California, fermando la vendita di decine di abitazioni.
I media, in programmi importanti come quelli curati da Rachel Maddow, Ed Schultz, e Keith Olbermann hanno cominciato a parlare di “Occupy our homes”.

Le comunità locali e i partecipanti al “movimento il 99%” si sono impegnati in una vera e propria escalation di uesto movimento di occupazione di case, perché – dicono – “tutti meritano una casa e vanno fermate le banche che in modo fraudolento stanno rubando le nostre case”.
Il movimento “Occupy our homes” è finora passato all’azione su quaranta case e con 5.000 attivisti. “Immaginate come potrebbe reagire il paese se verranno occupate 1.000 abitazioni e 200.000 persone si moibiliteranno. L’occupazione delle case sta coinvolgendo ormai 25 città statunitensi.

Dal crollo dei mutui subprime nel 2007, sei milioni di case sono state pignorate dalla banche. Allo stato attuale, altri quattro milioni di case sono in qualche fase del processo di pignoramento. Come ha riportato recentemente un analista immobiliare sul New York Times si prevede una “sconcertante” previsione secondo dagli oltre 10 milioni attuali si passerà a ben 55 milioni di mutui “ragionevolmente in grado di default.”

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