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Al Qaida preoccupa il Libano. Sullo sfondo la crisi in Siria

E’ stato convocato un vertice del Consiglio di sicurezza centrale in Libano dopo le affermazioni del ministro della Difesa libanese, Fayez Ghosn, secondo cui miliziani di al-Qaeda si sarebbero infiltrati in Libano, confondendosi tra i rifugiati siriani in fuga dalle violenze in corso da nove mesi nel loro Paese. Il ministro degli Interni, Marwan Charbel, ha spiegato alla radio Voce del Libano che l’appuntamento odierno sarà l’occasione per «le forze di sicurezza per uno scambio di informazioni riguardo le affermazioni sulla presenza di al-Qaeda in Libano». Secondo Ghosn, «membri di gruppi terroristici stanno entrando (in Libano, ndr) per creare una base sfruttando la possibile copertura di appartenere all’opposizione siriana». Lunedì il ministro ha rilanciato la sua tesi sulla presenza di uomini dell’internazionale del terrore nella zona di Aarsal, nella Beqaa, sostenendo che si tratta del risultato di «informazioni» da lui ottenute, senza però precisare la fonte di tali notizie. Ieri, però, le parole di Ghosn sono state smentite dal premier libanese, Najib Miqati, secondo il quale non ci sono prove della presenza di al-Qaeda ad Aarsal. Da metà marzo, quando in Siria sono iniziate le proteste antigovernative e le violenze, Damasco ha più volte denunciato l’ingresso di armi in Siria attraverso la frontiera con il Libano. In oltre nove mesi di violenze migliaia di siriani si sono rifugiati nel vicino Paese dei Cedri.

Le affermazioni di Ghosn, criticate dalle forze dell’opposizione (vicine alle posizione dell’Arabia Saudita), sono arrivate due giorni prima del duplice attacco kamikaze contro strutture dell’intelligence siriana che la scorsa settimana a Damasco ha fatto oltre 40 morti e 100 feriti. La Siria ha accusato al-Qaeda per la strage. Ma in Libano è massima allerta nel sud del paese per l’avvio stamani all’alba di massicce manovre militari israeliane lungo il settore orientale della Linea Blu che separa i due Paesi. Lo riferiscono i media di Beirut, secondo cui oltre 50 proiettili di mortaio sono caduti nei pressi delle Fattorie di Shebaa, territorio conteso tra Siria e Libano ma occupato da Israele, nell’ambito di esercitazioni militari dell’esercito israeliano.

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