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La Troika ad Atene: tagliate i salari del settore privato

Dopo i tagli agli stipendi del settore pubblico ora il governo del ‘tecnico’ Papademos ha annunciato che “potrebbe essere costretto” a congelare per tre anni gli stipendi nel settore privato per ottenere un nuovo pacchetto di aiuti dalla comunità internazionale. Lo scrive il quotidiano ellenico Ta Nea. Secondo il giornale, che cita fonti ufficiali a Bruxelles e a Washington, è la Troika, Ue-Bce-Fmi, a chiedere il congelamento dei salari nel settore privato per i prossimi tre anni come condizione per concedere nuovi aiuti ad Atene. Ta Nea aggiunge  che potrebbero essere tagliate anche le tredicesime e le quattordicesime e il salario minimo sindacale potrebbe essere decurtato fino al 30%. Un vero massacro. Che non è affatto detto che possa salvare il paese dal default e dall’espulsione dalla zona euro.
Lo spettro del fallimento e dell’esilio dall’eurozona è stato di nuovo evocato pochi giorni fa dal Governatore della Banca Centrale Ceca, Miroslav Singer in un’intervista al quotidiano ‘Hospodarske Noviny’. Non è proprio uno dei più influenti uomini delle istituzioni europee Singer (anche perchè la Repubblica Ceca è membro dell’UE ma non ha adottato l’Euro come propria moneta), ma quello che ha detto potrebbe essere l’effetto di un dibattito che nelle alte sfere sta evidentemente prendendo una certa piega. Secondo il governatore della Banca Centrale di Praga, la Grecia dovrebbe uscire dalla zona dell’euro a meno che l’Europa non sia intenzionata a erogare consistenti finanziamenti per sanare il suo debito. Singer sostiene anche che l’Europa dovrebbe focalizzarsi sull’aiuto alle banche che necessitano di ricapitalizzazioni e su questioni che possono essere risolte piuttosto che prestare attenzione alla Grecia che rappresenta solo il 2% dell’economia europea. «Se non c’è l’intenzione di dare alla Grecia finanziamenti consistenti dai fondi strutturali europei, non vedo altra soluzione che la sua uscita dalla zona dell’euro e una massiccia svalutazione della nuova moneta greca», ha detto Singer. «Ad oggi – prosegue l’analisi del Governatore ceco – sono stati elargiti alla Grecia prestiti che sono serviti principalmente a prendere tempo e a consentire ai greci ricchi di esportare il loro denaro fuori dal Paese. Tutto ciò riduce l’attendibilità dell’Europa e la disponibilità dei paesi non europei a concedere nuovi capitali al Fondo Internazionale Monetario per aiutare l’Europa». 

Prosegue intanto oggi in Grecia lo sciopero dei medici dell’Istituto dell’Assistenza Sociale (Ika, l’Inps greco), di quelli degli ospedali e di quelli che esercitano come liberi professionisti. I medici dell’Ika, che hanno in programma una serie di astensioni dal lavoro di 24 ore ripetute fino al 13 gennaio, chiedono garanzie riguardo i loro diritti lavorativi e assistenziali. Dal canto loro, i liberi professionisti – che chiedono l’istituzione di un nuovo Ente – dopo una decisione del loro Ordine professionale si asterranno dal lavoro fino a domani 10 gennaio. I medici ospedalieri continuano la loro astensione dal lavoro nei centri sanitari per tutta la settimana e chiedono che il loro stipendio non venga ulteriormente ridotto. Intanto, i farmacisti di Atene e del Pireo, che continuano nella loro decisione di non fornire i medicinali agli assistiti degli Enti previdenziali se prima lo Stato non pagherà i debiti nei confronti delle farmacie, decideranno oggi come proseguire la serrata che ha già avuto pesanti ripercussioni sui greci che non possono certo permettersi di pagare anche le medicine.

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