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Cuba. Cambio di passo nel Partito Comunista

L’HABANA, 29 gennaio. – Raúl Castro ha confermato che Cuba mai rinuncerà a contare su un solo Partito, come pretende l’imperialismo, poiché farlo condurrebbe alla sconfitta della Rivoluzione e sacrificherebbe l’unità del popolo
Riassumendo, nel Palazzo de las Convenciones a La Habana, la Prima Conferenza Nazionale del Partito Comunista di Cuba, ha sottolineato il metodo democratico con cui si è sviluppato il processo preparatorio, con la partecipazione della militanza del Partito e dell’Unione dei Giovani Comunisti (UJC) al dibattito sul documento base della convocazione.
Davanti agli oltre 800 delegati, Raúl ha criticato quelli che si sono illusi che questa Conferenza marcherà l’inizio dello smantellamento politico e sociale della Rivoluzione e reclamavano la restaurazione del modello multipartitico.
Ha segnalato che, pur senza alcun intento di svalutare altri paesi che hanno sistemi pluripartitici, e in stretta osservanza del principio di rispetto della libera determinazione e della non ingerenza nei fatti interni di altri stati, consacrato dalla Nazioni Unite, a Cuba, partendo dalle esperienze fatte nella lunga storia di lotte per l’indipendenza e la sovranità nazionale, difendiamo il sistema del Partito unico davanti al gioco della demagogia e della mercificazione della politica.
Ha aggiunto che il concetto di un solo partito, al quale mai rinunceremo, corrisponde pienamente con l’articolo cinque della Costituzione della Repubblica, approvata in un referendum dal 97,7% degli elettori, con voto libero, diretto e segreto.
Ha ricordato che, pure se l’impero conta su un Partito Repubblicano e un altro chiamato Democratico, sia l’uno che l’altro rispondono alla stessa ideologia e, chiunque ci sia alla Casa Bianca, ha sempre avuto al centro della sua politica l’ostilità contro Cuba.
Ha ripetuto che si deve promuovere, sempre più, una maggior democrazia nella nostra società. Ha aggiunto che questo presuppone l’incoraggiare un clima di massima fiducia e sincero scambio di opinioni, sia in seno all’organizzazione, sia nei suoi legami con i lavoratori e la popolazione, includendo anche i mezzi di comunicazione di massa, che dovranno coinvolgersi in quest’impegno con senso di responsabilità e la più stretta veridicità, non al modo borghese, pieno di sensazionalismo e bugie, ma con comprovata obiettività e senza inutili atteggiamenti di segretezza.
A questo fine – ha puntualizzato – è necessario incentivare una maggior professionalità tra i lavoratori della stampa, compito per il quale siamo sicuri di poter contare sull’appoggio dell’Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC), sui mezzi di comunicazione e sugli organismi ed istituzioni che devono dare informazione degna di fiducia e opportuna in modo che, tra tutti, si possa perfezionare ed elevare continuamente, con pazienza e unità di criteri, la validità dei messaggi e l’orientamento ai compatrioti.
Nel suo intervento, il Primo Segretario del PCC ha affermato che,  allo stesso tempo, il formarsi di una società più democratica contribuirà anche a superare atteggiamenti di simulazione de opportunismo sorti al riparo della falsa unanimità e del formalismo nel trattare situazioni differenti della vita nazionale.
È giusto abituarci tutti a dirci la verità in faccia, guardandoci negli occhi, avere discrepanze e discussioni, non essere d’accordo anche su quello che possano dire i capi, quando reputiamo che ci assista la ragione, com’è logico, nel luogo adeguato, nel momento opportuno e, conclude, in forma corretta, cioè nelle riunioni, non nei corridoi.
Bisogna essere disposti a cercarsi i problemi difendendo le nostre idee e affrontando con fermezza quello che è fatto male, ha sentenziato Raúl.
L’unica cosa che potrebbe portare alla sconfitta della Rivoluzione e del socialismo a Cuba, sarebbe la nostra incapacità di superare gli errori commessi in oltre 50 anni, dal primo gennaio del ’59, quelli nuovi e quelli del futuro, ha segnalato.
Ha chiarito che non è esistita né esisterà una Rivoluzione senza errori perché sono opera di uomini e popoli che hanno affrontato enormi e smisurate minacce, e per questo, ha detto, abbiamo il sacro dovere di perfezionare la Rivoluzione e mai sentirci soddisfatti di quello che facciamo.
Ha insistito sul fatto che non si deve considerare che le decisioni approvate dalla Conferenza Nazionale del PCC e gli accordi presi nel VI Congresso costituiranno la soluzione magica dei nostri problemi, e ha informato che il Buró Politico ha deciso di valutarli due volte all’anno, e la stessa cosa faranno i comitati provinciali e municipali dell’organizzazione.
S’impone lavorare con ordine, disciplina e pretendendo (quanto serve) per realizzare i Lineamenti della Politica Economica e Sociale, come anche, ha detto, gli obiettivi di lavoro approvati in questa conferenza.
Ha chiamato a rafforzare l’unità intorno al Partito e alla Rivoluzione e anche il vincolo permanente con le masse e a preservare la nazione cubana e le conquiste economiche e sociali sulla base che la Patria, la Rivoluzione e il Socialismo, siano associati indissolubilmente.
Concludendo, Raúl ha denunciato le brutali campagne anti cubane istigate dal governo degli Stati Uniti e altri tradizionalmente impegnati nella sovversione contro il nostro paese, in concorso con la grande stampa occidentale e la collaborazione dei suoi salariati nell’isola.
Ha ammonito che il loro proposito era quello di screditare la Rivoluzione, giustificare l’ostilità e il blocco contro la popolazione cubana e creare una quinta colonna che faciliti l’aspirazione di privarci dell’indipendenza e sovranità nazionale.
Come riportato  sull’editoriale del periodico Granma dello scorso lunedì 23, i fatti parlano più delle parole. Le campagne anti cubane non incrineranno la Rivoluzione né il popolo, che continuerà a perfezionare il suo socialismo.
 
Link all’articolo su Juventud Rebelde:
http://www.juventudrebelde.cu//2012-01-29/ratifica-raul-que-cuba-no-sacrificara-la-unidad-de-su-pueblo/

fonte: AIN – 29 gennaio 2012 15:01:56 CDT ( TRADUZIONE  DI ROSA MARIA COPPOLINO)

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