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Libia. I volenterosi carnefici del Cnt

Secondo quanto riporta Human Rights Watch il diplomatico libico Dr. Omar Brebesh che ha servito come ambasciatore della Libia in Francia è morto meno di 24 ore dopo essere stato arrestato nella base di una milizia a Tripoli e trasferito nella città di Zintan. Il Dr. Omar Brebesh, che era  stato arrestato il 19 gennaio 2012. Un rapporto preliminare dell’autopsia visionato da Human Rights Watch fa risalire la causa della morte molteplici lesioni corporali, incluse la frattura delle costole.
Le foto del corpo di  Brebesh, esibite da Human Rights Watch, mostrano lividi, tagli, ampie contusioni e lividi sul ventre, lacerazioni su entrambe le gambe, e una larga ferita sulla pianta del piede sinistro. Alcune unghie delle mani e dei piedi  sembrano essere state strappate.
Tutti elementi che portano a pensare che l’uomo sia stato brutalmente torturato prima della morte.
“La tortura e l’uccisione dei detenuti è purtroppo una delle attività praticate  da alcune milizie libiche”, ha dichiarato Sarah Leah Whitson, direttore di Human Rights Watch  per il Medio Oriente e Nord Africa. “Queste milizie irregolari non smetteranno di torturare la gente fino a quando non saranno tenute a renderne conto.”
Brebesh, 62, ha prestato servizio presso l’ambasciata libica in Francia dal 2004 al 2008, prima come addetto culturale, e poi come ambasciatore negli ultimi nove mesi del suo mandato. Ha proseguito il suo compito con il Ministero degli Affari Esteri sotto il governo di Gheddafi durante la rivolta del 2011. Stava lavorando come avvocato presso il ministero di Tripoli sotto il governo di transizione post-Gheddafi, al momento della sua morte.
Secondo il figlio Ziad Brebesh, il 19 gennaio il padre si era volontariamente sottoposto ad un’indagine da parte della milizia Al-Shohada Ashura alla loro base nel quartiere di Crimea a Tripoli. Brebesh era stato chiamato lì per essere interrogato dal comandante Khalid al-Blehzi.
Brebesh era entrato nella  base alle ore 05:30, secondo il racconto di  Ziad, che ha accompagnato suo padre. Dopo circa 45 minuti, membri della milizia avevano mandato via il figlio  Ziad a cui più tardi era stato impedito di rientrare.
Il giorno successivo, 20 gennaio, dopo una visita alla base della milizia  Al-Shohada Ashura, la famiglia ha saputo che il corpo di Brebesh si trovava  in un ospedale di Zintan, a circa 100 km a sud ovest di Tripoli. Ziad e il fratello Muhammad hanno cosi scattato al corpo di Brebesh le foto poi  utilizzate da Human Rights Watch per denunciare quest’ennesimo caso di tortura.
Intanto crescono sul web – anche in Italia – le denunce sull’arresto e le torture a cui è stata sottoposta una giovane giornalista libica, Halla El Mesrati, famosa per essere comparsa in televisione con una pistola decisa a difendere la Jamayria contro la Nato e i miliziani Cnt. Halla El Mesrati, incinta, è stata arrestata dai miliziani antigheddafi, torturata e di lei non si hanno più notizie.

Guarda il video su Halla El Mesrati prima e dopo la cattura
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&;v=8aPiKYAcy_4

Secondo il Comitato internazionale della Croce Rossa, la Libia ha attualmente circa 8.500 detenuti in circa 60 strutture. La maggior parte di queste strutture sono gestite da milizie con relazioni informali con lo stato.

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