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Grecia: uno sciopero contro la Germania. Slitta la firma

Nonostante la pioggia battente decine di migliaia di lavoratori e giovani hanno sfilato nella capitale per esprimere la loro rabbia e il loro disprezzo nei confronti della troika, del governo, dell’assemblea parlamentare e dell’intera classe politica. Nella capitale si sono svolte due manifestazioni conclusesi entrambe in Piazza Syntagma, davanti al Parlamento. Quella del sindacato del Partito Comunista, il Pame, era partita da Piazza Omonia intorno alle 11 per concludersi circa un’ora dopo in Piazza della Costituzione. Alla marcia ha partecipato, come di consueto, il Segretario Generale del partito Aleka Papariga la quale ha dichiarato che «a questo punto, tutto è nelle mani del popolo. O li spazzerà via tutti, oppure butterà via inutilmente e senza risultato le lacrime e la rabbia per i vecchi e i nuovi pseudo-salvatori». Il corteo degli altri sindacati e movimenti politici della sinistra è partito più tardi da un altro punto del centro per concludersi anch’esso davanti al Parlamento. 

All’arrivo in piazza, uno spezzone del corteo ha tentato di sfondare i cordoni di Polizia schierati a protezione degli ingressi dell’enorme edificio. I reparti antisommossa hanno usato i manganelli e hanno fatto largo uso di gas lacrimogeni per impedire l’irruzione e per alcuni istanti sulle scalinate laterali del Parlamento si sono verificati scontri tra i reparti speciali e manifestanti a volto scoperto. Una volta respinti nella piazza, gli attivisti hanno dato fuoco ad una bandiera della Germania scandendo slogan contro la troika e l’Unione Europea e poi hanno incendiato un vessillo bianco e rosso su cui campeggiava la svastica nazista. Comunque scontri di lieve entità se confrontati con quelli che negli ultimi anni hanno caratterizzato tutte le giornate di mobilitazione dei sindacati o delle organizzazioni studentesche. Mentre scriviamo abbiamo notizie solo di qualche ferito lieve e nessuna notizia di arresti.

La protesta di piazza – nella capitale e nelle altre principali città – è concisa con lo sciopero generale proclamato dai 3 principali sindacati del Paese: la Gsee(che raggruppa i lavoratori del settore privato), l’Adedy (cui aderiscono quelli del settore pubblico), e il Pame. Allo sciopero hanno preso parte i dipendenti delle imprese a partecipazione statale, quelli del settore della sanità e della pubblica istruzione. Chiusi anche i tribunali, le banche e le sedi delle Amministrazioni Locali, oltre a scuole e Università. I traghetti sono rimasti ormeggiati nei porti, fermi autobus e metropolitane. Gli ospedali hanno assicurato solo gli interventi urgenti.

Intanto per tutta la giornata si è atteso che si riunisse l’annunciata, «cruciale» riunione fra i leader dei tre partiti che sostengono il governo di Lucas Papademos per approvare definitivamente il promemoria della troika. La firma doveva avvenire inizialmente alle 16. Poi nel primo pomeriggio è arrivata la notizia che l’atto veniva posticipato alle 18. Poi la riunione è slittata ancora alle 21, per poi essere di nuovo posticipata alle 22,30 al termine di un previsto incontro tra il premier Papademos e il direttore dell’Istituto Finanziario Internazionale (Iif) Charles Dallara. Ma in serata è arrivata la notizia che tutto era rimandato alle 12 di domani, per motivi ‘tecnici’. Una tragedia che si è trasformata in farsa. Ma i greci non ridono.

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