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Siria. Il dialogo… è impossibile?

Sin da quando lo scorso marzo scoppiarono gli avvenimenti, si sono levati suoni di richiamo nel cielo della nostra patria, uno è il suono delle pallottole e l’altro è la voce della saggezza, del dialogo e del razionalismo.

Le pallottole hanno fatto il loro lavoro. Mani irresponsabili sono riuscite a destabilizzare il Paese, atterrire i cittadini, privandoli di una delle cose che finora essi hanno amato maggiormente… la sicurezza, ed a sabotare le installazioni economiche e di servizio costruite da migliaia di Siriani decine di anni fa.

Maledette pallottole, accompagnate da istigazione, provocazioni e furia scatenata da giudizi di ignoranza e stregoneria, hanno rivelato fino a che punto i poteri delle tenebre siano riusciti a corrompere le menti dei nostri giovani durante gli ultimi cinque decenni. In assoluta libertà questi poteri hanno operato, viaggiato e cospirato, mentre gli apparati dello stato hanno praticato restrizioni contro pensatori laici e non illuminati. Questo sabotaggio è stato in grado di privare le loro menti della luce del sole, nutrire l’odio verso gli altri nei loro spiriti e favorire gli istinti aggressivi nello spezzare tutti i freni. I brutali avvenimenti, che hanno avuto luogo in molte regioni della Siria, hanno reso priorità urgente la ristrutturazione delle menti della nostra gioventù. Un tale lavoro potrebbe essere compiuto solo da forze democratiche e laiche, che devono unire i loro sforzi per aiutare a curare i giovani dall’inquinamento intellettuale.

Alcuni potrebbero dire- anzi l’hanno detto davvero- che la forza è l’unico mezzo in grado di consentire alle menti di ripristinare il loro stato reale. Le esperienze ci hanno detto recentemente che pure forze non accompagnate da perseveranza, attività politica e soluzioni politiche potrebbero soltanto accrescere le complicazioni e le tragedie, di cui sarà impossibile eliminare gli effetti nel breve termine.

La soluzione in Siria si è estremamente complicata, la violenza è diventata una pratica quotidiana. La crisi siriana ha raggiunto livelli regionali e internazionali. I poteri delle tenebre ed anche i gruppi armati sono aumentati come numero ed attività. Essi hanno quasi l’iniziativa, indipendentemente dalle loro differenze circa ideologia, dottrina, orientamento sociale e fedeltà. I gruppi di opposizione hanno agito, facendo deragliare i movimenti di protesta, che erano pacifici all’inizio, e introducendoli nel circuito dell’azione armata.

Le conseguenze della loro trasformazione sono pericolose, se non catastrofiche, per il nostro Paese. Questo richiede che tutte le forze patriottiche, nazionaliste, di sinistra, democratiche e laiche uniscano i loro sforzi per trovare una soluzione alla crisi della loro patria sulla base di una soluzione politica che possa mettere la Siria sul punto di diventare una società democratica, nonchè pluralista, sotto la sovranità della legge. La via che porta a questa soluzione è il dialogo e solo per suo tramite. Soltanto il dialogo ci aiuta a conseguire questo obiettivo.

Finora sono stati fatti svariati tentativi di iniziare un dialogo fra tali forze. Si può dire che il ghiaccio è stato sciolto, per quanto riguarda le relazioni tra queste forze. Tuttavia, molti sono ancora gli ostacoli che impediscono a queste forze di giungere a soluzioni politiche, portando ad un accordo storico fra tutte le parti interessate a conseguire progresso, democrazia e salvaguardando il corso nazionale del nostro Paese.

La ripresa dei tentativi di raggiungere una soluzione politica richiede che tutte le parti abbandonino la tendenza a scommettere sul potere dei gruppi armati, che non è altro se non una conseguenza dell’assenza di opportunità per una soluzione politica oltre all’intervento straniero. Esige anche di cessare di imporre condizioni per il dialogo, tranne che per consentire il dialogo stesso. Confidare nella capacità di trovare soluzioni alla loro intricata e complessa situazione senza dialogo è sbagliato e potrebbe portare soltanto ad essere imprigionati in un circuito chiuso. Una volta che il dialogo è stato avviato, si apriranno nuovi orizzonti per soluzioni profondamente radicate e molti ostacoli saranno rimossi. Il conseguimento di tutti gli obiettivi citati in precedenza richiede che tutte le parti dialoganti siano fornite di un certo grado di realismo politico, dando prova di una profonda comprensione dell’equilibrio politico delle forze. Non dovrebbero mai essere ignorate le attività dei gruppi armati, i quali rifiutano una soluzione e non hanno interesse a trovarla. Tali gruppi sono fedeli a circuiti imperialisti stranieri che procurano loro denaro, armi, personale e mezzi di informazione di massa. Essi chiedono l’intervento imperialista straniero – americano ed europeo – come pure quello arabo reazionario con lo scopo di distruggere e dividere la Siria. La battaglia non è solo contro il regime, come essi pretendono, è battaglia per cancellare la Siria e trasformarla in un’altra Libia. Una tale missione non si deve compiere neppure se tutte le forze imperialiste al mondo hanno congiunto le forze per portarla a termine. 

da www.solidnet.org/syria-syrian-communist-party/2620-syrian-cp-unified-dialogue-is-it-impossible-en

Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

www.syrcomparty.org , scp@scs-net.org

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