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India. Si apre un negoziato politico sui due ostaggi italiani

 

Il messaggio con le richieste inviato dai guerriglieri maoisti al governo e l’annuncio di un cessate il fuoco unilaterale e della nomina di tre mediatori, hanno fatto tirare un sospiro di sollievo sulla sorte dei due turisti italiani presi ostaggio mentre un nuovo ultimatum è stato fissato per oggi, martedìIl Primo Ministro dello stato dell’Orissa, Naveen Patnaik, ha confermato in Parlamento la sospensione delle azioni militari legate all’Operazione antiguerriglia “Green Hunt’” Intervenendo all’Assemblea statale Patnaik ha mostrato disponibilità ad altre iniziative, ma “solo se e quando i rapitori manifesteranno la loro volontà di negoziare”. L’operazione antinsurrezionale GreenHunt è stata scatenata due anni fa dal governo di New Delhi per contro le tribù Adivasi, le fonti di approvvigionamento e i militanti del Partito Comunista Indiano (Cpi-maoista) guidato in Orissa da Sabyasechi Panda, conosciuto con il nome di battaglia di “Sunil’” E proprio da Sunil sono state firmate le 13 richieste inviate alle autorità locali e che riguardano fra l’altro la proibizione del turismo nelle zone tribali, la liberazione di tre capi maoisti fra cui la moglie di Panda, il rilascio dei prigionieri politici, la legalizzazione del Partito Comunista Indiano (Maoista) e l’arresto di ufficiali e agenti di polizia colpevoli di crimini contro la popolazione..

Il ministro degli Esteri Italiani Giulio Terzi – già alle prese con la “rogna” dei due militari italiani arrestati per l’uccisione di ue pescatori indiani nel Kerala – in una conversazione telefonica con il collega indiano Krishna, ha ribadito l’assoluta necessità di “tutelare la sicurezza e l’incolumità dei due cittadini italiani” , Il ministro degli Esteri indiano ha assicurato “il massimo impegno delle autorità indiane, a livello federale e statale, per una positiva soluzione del caso”.

I guerriglieri maoisti hanno nominato loro delegati al tavolo negoziale Narayan Sanyal, leader maoista in carcere nello Stato di Jharkhand; Dandapani Mohanty, già intervenuto lo scorso anno nella vicenda del sequestro del funzionario statale R.V. Krishna, e Biswapriya Kanungo, avvocato ed attivista per i diritti umani.

 

 

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