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Kurdistan: turchi fermano delegati italiani al Newroz, centinaia di arresti e feriti

 

Abbiamo nei giorni scorsi raccontato, utilizzando in particolare le note inviate quotidianamente dagli attivisti italiani in visita in Kurdistan, la selvaggio repressione delle forze di occupazione turche contro il popolo curdo impegnato nella celebrazione del suo capodanno, il Newroz.

Le manifestazioni sono continuate nonostante i divieti, gli arresti massicci e la repressione indiscriminate, in particolare il giorno del Newroz vero e proprio, il 21 di marzo. Le forze di sicurezza turche hanno preso di mira anche gli stessi attivisti italiani, che raccontano come è andata sul blog http://azadiya.blogspot.it:

“Dopo essere stata a Roboski, (…) la nostra delegazione è partita per Hakkari. Al primo posto di blocco, come da prassi, siamo stati fermati, precisamente al ponte sul fiume Habur/Khabur (…). Dopo un rapido controllo, i militari ci hanno restituito i documenti, cosicché siamo ripartiti ed abbiamo superato altri 5 posti di blocco, ove non siamo stati neppure fermati. A pochi chilometri da Hakkari, siamo stati fermati da poliziotti in borghese, le cui facce erano meno raccomandabili delle nostre, il che è tutto dire. Dopo aver controllato e restituito i documenti, ci hanno detto, però, che era preferibile che non andassimo ad Hakkari, perché i ragazzi, che avevano già cominciato a tirare i sassi, li avrebbero scagliati pure contro l’autobus straniero (…). Di fronte alla nostra decisione di proseguire, l’atteggiamento è completamente cambiato: hanno fatto fermare nuovamente l’autobus, ci hanno fatto scendere, lo hanno perquisito, “naturalmente” senza alcun mandato, hanno cominciato a piantare altre grane. La situazione si è sbloccata dopo un’ora e mezza, grazie sia alla telefonata fatta all’Ambasciata italiana, sia all’avvocato, giunto da Hakkari. Ci siamo soffermati su questo episodio per i seguenti motivi: 7 posti di blocco in150 chilometri; il posto di blocco prevede la presenza di due piccole fortificazioni, sacchi di sabbia, due carri armati, sia pur vecchi, nonché i fucili spianati; di fronte alle vessazioni, che dipendono anche dall’umore dei militari, in uniforme o in borghese che siano, i Kurdi non hanno Ambasciate a cui rivolgersi. (…) Oggi, Mercoledì, 21 Marzo 2012, primo giorno di Primavera, abbiamo preso parte al Newroz di Hakkari. Insieme a decine di migliaia di persone, dalle/dai bambine/i di pochi anni alle/agli ottantenni, partendo dal Comune, abbiamo raggiunto in corteo la spianata delle celebrazioni. (…) Il Dirigente del BDP, che ci ha salutato, prima della partenza da Roboski, ha detto: “Qui, hanno ucciso 34 ragazzini, ma non possono ucciderci tutti; io ho 38 anni ed ho cinque figli; alcuni della mia età ne hanno dieci”. Tra canti, balli e discorsi politici, si è giunti alle 15,00, ora in cui il Newroz di Hakkari è arrivato alla fine e senza incidenti. Pure qui, comunque, il molto democratico Governo turco ha voluto far sentirela Suapresenza. il Capo della Polizia ha minacciato di far accompagnare la nostra delegazione all’aeroporto, se fosse stato letto il discorso, che avevamo preparato, cosicché ci siamo dovuti limitare ad un breve saluto. (…)”.

La commissione italiana, insieme ad un’altra proveniente dalla Danimarca, avevano precedentemente visitato la città e il villaggio di Roboski a Uludere dove il 28 dicembre 2011 raid aerei lanciati dalle forze armate turche hanno ucciso 35 civili. Le delegazioni hanno effettuato una incontro con il vice presidente dell’IHD (associazione per i diritti umani) di Uludere, Fehmi Yaman, sulle violazioni dei diritti umani nella regione. Successivamente, le delegazioni hanno visitato le famiglie delle persone uccise dalle bombe lanciate dai caccia turchi. Un parente di una delle vittime – racconta la delegazione italiana – ha affermato “i paesi europei non dovrebbero vendere armi alla Turchia in quanto queste armi sono utilizzate per uccidere le popolazioni civili”. La delegazione ha poi partecipato al Newroz a Nusaybin:

“Dalle 10 la folla composta da famiglie intere, negli abiti tradizionali, ha cominciato ad affluire nella spianata dove si celebra il Newroz. (…) Grande entusiasmo e forte emozione per tutti noi quando la delegazione è entrata nella piazza reggendo lo striscione: “Siamo tutti Hatip Dicle” in diverse lingue: applausi ed accoglienza calorosa. Hatip Dicle é il deputato kurdo eletto con più voti in parlamento, ma subito imprigionato, per l’ennesima volta e con accuse sempre politiche, un simbolo per tutti. (…) Verso le 14 si parte in corteo, noi col nostro striscione, poche decine di metri e già la polizia attacca in forze: idranti, bombe sonore e gas Cs in quantità, quello della Val Susa, di Israele e di tutti i peggiori regimi imperialisti. Fuggi fuggi di donne e bambini in lacrime, arresti e pestaggi, ma anche fiera resistenza da parte dei tantissimi ragazzi e non solo, non più disposti a tollerare una vita senza speranze che sa offrir loro solo galera od esilio (…)”.

La Fondazioneturca per i diritti umani (TIHV) ha reso noto che tra il 18 e il 21 marzo circa 679 persone sono state fermate o arrestate in Turchia dalle Forze di Sicurezza di Ankara. I fermati e gli arrestati salgono a 1095 se si inizia il conteggio dal 1° di marzo, quasi 3000 dall’inizio del 2012. Nonostante i divieti, la repressione e i pestaggi la celebrazione di una festa che ha assunto una forte valenza politica si è svolta in 130 diverse località. Domenica 18 marzo ad Istanbul un dirigente del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) Hacı Zengin, è stato ucciso da un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo. Sempre ad Istanbul il vice presidente del BDP Mülkiye Birtane è stato colpito dalla polizia e portato in ospedale.

Il vicepresidente del BDP Hasip Kaplan ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare per indagare sulla brutalità della polizia durante le celebrazioni del Newroz. “Lo stato turco ha cominciato a considerare il Newroz una minaccia nel 1991 quando vennero uccise 31 persone. Nel 1992 la polizia ne uccise 94. D’altra parte, quando il governo non ha vietato i Newroz e quando le forze di sicurezza non sono intervenute, il Newroz è sempre stato celebrato senza violenze e con messaggi di pace. Gli incidenti durante le celebrazioni del Newroz di quest’anno hanno dimostrato che le forze di sicurezza sono ostili verso i cittadini kurdi e usano senza limiti gas lacrimogeni e anche armi da fuoco “.

“Il governo turco ha risposto con una violenza senza precedenti a queste celebrazioni popolari e pacifiche” hanno denunciato i deputati del Gruppo della Sinistra al Parlamento Europeo Marie-Christine Vergiat e Jürgen Klute. “Tra coloro che sono ricoverati in ospedale vi sono due membri del BDP, Mulkiye Birtane (che avevamo incontrato di recente in Francia), e Ahmet Turk (70 anni). Un altro parlamentare, Ertugul Kurkcu (nella foto), è stato picchiato dalla polizia a Mersin. Diverse centinaia di persone sono trattenute in custodia”, hanno spiegato. Vergiat e Klute denunciano che attualmente 9.000 persone, tra cui 6 parlamentari, 31 sindaci, 183 leader del BDP e anche cittadini turchi o armeni che osano criticare il governo turco si trovano ad affrontare lo stesso destino: 96 giornalisti, 36 avvocati, sindacalisti, attivisti dei diritti umani, studenti, e quasi 2.000 minorenni sono attualmente nelle carceri turche per motivi politici. 

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