Menu

Spagna: la cura Rajoy-UE ammazza il paziente

 

Le riforme anti-deficit adottate dalla Spagna «vanno nella giusta direzione» e avranno «successo». Lo hanno detto ieri gli esponenti politici e i funzionari tedeschi inviati a Madrid dalla cancelliera Angela Merkel e capitanati dal presidente del gruppo parlamentare della CDU, Volker Kauder. Il giudizio è arrivato al termine di un lungo e accurato esame – come si conviene nel caso di un paese commissariato, se non colonizzato – della finanziaria approvata venerdì dal Consiglio dei Ministri spagnolo. In particolare Kauder avrebbe manifestato al presidente del Congresso, Jesus Posada, una valutazione positiva delle misure adottate – tagli al lavoro, all’istruzione, alla sanità, alla cultura, alle autonomie locali, aumento di alcune imposte – dall’esecutivo Rajoy con l’obiettivo di ridurre il deficit al 5,3% del Pil per quest’anno, come chiede Bruxelles.

Il premier non ha perso tempo e si è ampiamente pavoneggiato. «Abbiamo fatto più riforme in tre mesi di quante ne siano state fatte negli ultimi sette anni», misure che «produrranno effetti in futuro». In effetti a 100 giorni dal suo insediamento l’esecutivo Rajoy ha prodotto una sfilza di leggi e leggine che in Grecia ci hanno messo alcuni mesi, e in certi casi alcuni anni, a imporre. E anche sul carattere storico della controriforma del mercato del lavoro Rajoy ha ragione, così come sugli ‘effetti sul futuro’. Un ampio assaggio dei quali i lavoratori e i cittadini dello Stato Spagnolo possono già valutare comunque in questi giorni.
Ad esempio la disoccupazione sta galoppando, e dal 22.9% attuale raggiungerà a fine anno quota 24,3% secondo le previsioni dello stesso governo di Madrid. Nel dicembre 2012 i senza lavoro saranno l’incredibile cifra di 5,6 milioni. Nell’ultimo mese il ritmo di lavoratori espulsi dal ‘mercato’ è di 1250 al giorno, non c’è male no? Secondo le stesse stime inoltre il debito pubblico spagnolo crescerà ancora e toccherà alla fine del 2012 il 79,8% del Pil, contro il 68,5% a fine 2011. L’esecutivo prevede anche che le misure anti-deficit che ha deciso porteranno a una contrazione dell’economia – leggasi recessione – dell’1,7% quest’anno.
Basta dare uno sguardo al mercato automobilistico per capire come va l’economia del paese: a marzo la caduta delle immatricolazioni è stata del 4,5% rispetto al mese precedente nonostante i crescenti acquisti da parte delle compagnie che noleggiano auto per motivi turistici o a professionisti e lavoratori che non se ne possono permettere una a tempo pieno. Se non bastasse la crisi sta letteralmente mandando in mezzo ad una strada decine di migliaia di famiglie che non si possono permettere un affitto o non riescono ad onorare i mutui. Nel 2011 gli sfratti di inquilini e di proprietari inadempienti con le rate sono stati 58.241, in crescita del 21,2% rispetto al 2010, e il trend dei primi mesi di quest’anno si è già impennato.

Dati incontrovertibili a dimostrazione del fatto che la cura da cavallo imposta dall’Unione Europea non solo non funziona ma anzi sta ammazzando il paziente. Da parte sua il governo, oltre a pavoneggiarsi per le pacche sulle spalle dei rappresentanti politici delle banche e delle imprese tedesche, continuano a non dare nessun segnale di disponibilità ai sindacati concertativi iberici UGT e CCOO. Che pure, dopo la riuscita dello sciopero generale del 29 marzo, avevano chiesto solo alcune modifiche alla finanziaria e alla riforma del lavoro dichiarando la propria volontà di trattare, negoziare, collaborare. 
Di altro avviso invece i movimenti e le organizzazioni sociali di classe e indipendenti che non stanno aspettando nessun segnale da parte di un governo che non può e non vuole darne e hanno già in programma un’agenda di lotta molto fitta immediatamente dopo il periodo pasquale.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *