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Correa non va al Vertice delle Americhe

Il Presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, non andrà a Cartagena al 6° Vertice delle Americhe. Ha scritto una lettera al Presidente colombiano, Juan Manuel Santos, con la quale conferma le motivazioni, che aveva già dato durante l’XI Vertice dell’ALBA tenutosi a Caracas il 5 febbraio e che aveva ribadito anche durante le celebrazioni dell’8 marzo nel suo paese chiamando anche la popolazione ad esprimersi nel merito.

Anche Evo Morales e Hugo Chavez sono fortemente critici contro l’esclusione di Cuba e diversi altri paesi dell’area non condividono questo ostracismo contro l’isola caraibica.

Mancano ancora un paio di settimane alla fatidica data. Vedremo cosa succederà. Intanto qui di seguito la chiarissima lettera di Rafael Correa a Juan Manuel Santos

Signor Dottor

Juan Manuel Santos

Presidente Costituzionale della Repubblica di Colombia

Stimato Presidente e amico:

Apprezzo e ringrazio il suo gentile e reiterato invito al 6° “Vertice delle Americhe”, che si terrà nella bella Cartagena delle Indie nei giorni 14 e 15 aprile. Purtroppo, malgrado che nel 5° vertice delle Americhe, tenutosi a Trinidad y Tobago dal 17 al 19 aprile 2009, si fosse rifiutata l’incomprensibile esclusione della Repubblica di Cuba dai Vertici delle Americhe, ancora una volta, questo paese fratello non è stato invitato.

Per definizione, non può chiamarsi “Vertice delle Americhe” una riunione dalla quale un paese americano è intenzionalmente e ingiustificatamente escluso. Si è parlato di “mancato consenso”, ma tutti sappiamo che si tratta del veto di paesi egemonici, situazione intollerabile nella Nostra America del XXI secolo.

È inaccettabile pure che in questi vertici si eludano temi fondamentale come l’inumano blocco contro Cuba, come anche l’aberrante colonizzazione delle isole Malvine, che hanno meritato il rifiuto quasi unanime delle nazioni del mondo. Non vorremmo mai causare il benché minimo problema né al suo governo, né alla nostra amata Colombia. Si tratta, come diceva Bolívar, di sentire veramente che la Patria è l’America, e a un certo punto cominciare a denunciare e affrontare con forza queste, ripeto, intollerabili e perfino aberranti situazioni.

Per questo, dopo aver riflettuto a lungo, ho deciso che, finché sarò Presidente della Repubblica dell’Ecuador, non tornerò a presenziare ad alcun Vertice delle “Americhe” finché non siano prese le decisioni che la Patria Grande esige.

I nostri popoli possono stancarsi che i loro governanti siano in tanti vertici, mentre ancora ci sono troppi abissi da superare, come la povertà e l’ineguaglianza che ancora mantengono l’America Latina come la regione più disuguale del mondo; l’inefficace strategia di lotta contro il problema mondiale delle droghe; la profonda trasformazione del Sistema Interamericano dei Diritti Umani, che oggi nasconde interessi alieni ai suoi principi fondanti; la validità di una vera libertà d’espressione che non sia ridotta agli interessi degli affari dedicati alla comunicazione sociale; o la completa supremazia del capitale sopra l’essere umano, come dimostra la crisi ipotecaria in Spagna, che colpisce centinaia di migliaia di cittadini, e tra loro molti migranti latino americani.

Speriamo che la nostra assenza sia un cordiale invito a dibattere l’essenziale e mettere in pratica conseguentemente, ratificando l’apprezzamento e il rispetto che sentiamo per tutti i nostri colleghi, Capi e cape di Stato del Continente, cari amici con cui condividiamo sogni di giorni migliori per i nostri popoli.

Ci auguriamo, per il bene della regione e del mondo, che il vertice di Cartagena abbia successo. Il desiderio di stare con voi è enorme, superato solo dalla fermezza delle nostre convinzioni.

¡Hasta la victoria siempre!                                                      

Rafael Correa Delgado

Presidente Costituzionale della Repubblica dell’Ecuador

Quito, 2 aprile 2012

http://www.cubadebate.cu/noticias/2012/04/02/correa-no-va-a-la-cumbre-de-las-americas/

traduzione a cura della redazione di Nuestra America

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