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Egitto. Notte di scontri a Suez. Almeno tre morti e centinaia di feriti al Cairo

Secondo il sito web del quotidiano Al-Ahram i dimostranti hanno tentato di assaltare la sede del governatorato a Suez, adiacente al quartier generale della polizia. I militari, spiega il quotidiano, hanno fatto ricorse a cariche di alleggerimento per disperdere i manifestanti, effettuando 5 arresti. Gli scontri a Suez hanno seguito di alcune ore quelli scoppiati ieri nel quartiere al-Abbasiya nel centro del Cairo, dove tre persone, tra cui un soldato, hanno perso la vita e centinaia sono rimaste ferite. La giunta militare ha imposto il coprifuoco notturno nella zona.

Ieri è stata una giornata di battaglia campale tra polizia militare e manifestanti in piazza Abbaseya, in una zona relativamente centrale del Cairo, all’inizio della grande strada che porta al ministero della Difesa. Gli scontri sono avvenuti a due giorni di distanza da altri incidenti nella stessa piazza in cui già c’erano stati 12 morti e centinaia di feriti a venti giorni dalle elezioni presidenziali, in programma il 23 ed il 24 maggio. I bollettini ufficiali del ministero della sanità parlano soltanto di 129 feriti, 82 dei quali ricoverati in ospedale. Altre fonti riferiscono di 500 persone intossicate dai lacrimogeni sparati dall’esercito. La tensione è alle stelle, tanto che il Consiglio Supremo delle Forze Armate ha imposto un coprifuoco nella zona degli scontri dalle 23 di ieri sera alle 7 di questa mattina. I militari hanno compiuto decine di arresti di persone accusate di aver partecipato ai disordini. Alcuni di questi sono stati catturati nella vicina moschea Al Nour. Gli scontri, secondo testimonianze, sono cominciati quando manifestanti appartenenti a gruppi politici diversi – in maggioranza salafiti simpatizzanti per il loro candidato alla presidenza escluso dalla competizione, Hazem Abu Ismail, ma anche aderenti ai movimenti 6 Aprile e Coalizione della Rivoluzione – hanno cercato di superare, tagliandola, la barriera di filo spinato che i militari avevano installato ai bordi della piazza. A quel punto i soldati hanno cominciato con i lanci di lacrimogeni ed i manifestanti hanno risposto con fitte sassaiole. Ai manifestanti di piazza Abbasseya, che da una settimana attuavano un sit in contro la giunta militare che gestisce il paese dalle dimissioni di Hosni Mubarak, si erano aggiunte centinaia di persone che si erano radunate in mattinata in piazza Tahrir e altri gruppi arrivati da Alessandria, città nella quale si sono pure svolte manifestazioni con scontri. Ieri il Consiglio Supremo delle Forze Armate aveva tenuto una conferenza stampa per annunciare la propria volontà di passare il potere ad un presidente eletto subito dopo la fine delle elezioni. Il chiarimento è stato sottolineato con vigore dai generali in risposta a speculazioni di politici secondo i quali gli scontri avvenuti due giorni fa erano collegabili alla volontà dei militari di rinviare le consultazioni elettorali e restare al potere. Nella stessa conferenza stampa i generali avevano messo in guardia i manifestanti sul fatto che non sarebbe stato tollerato alcun atto di violenza contro le istituzioni e tantomeno contro il ministero della difesa.

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