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Siria. Attentato contro gli osservatori dell’Onu

Una bomba è esplosa oggi a Daraa, nel sud della Siria, di fronte a un convoglio degli osservatori inviati dall’Onu. Lo riferisce la tv panaraba al Arabiya, senza fornire ulteriori dettagli. Nell’esplosione avvenuta a Daara, nel sud della Siria, al passaggio del convoglio di osservatori Onu, è stato coinvolto anche il capo della missione, il generale norvegese Robert Mood che però è rimasto illeso. Secondo altri media sarebbero rimasti feriti tra 6 e 8 soldati siriani. Saranno circa trecento gli osservatori Onu in Siria che verranno inviati entro la fine di maggio e di questi 17 saranno italiani.

Il colonnello Riad al Assaad, capo delle operazioni militari dell’Esercito libero siriano (Esl), formazione armata anti Assad, ha minacciato la ripresa delle operazioni dei miliziani anti-Assad: “Non rimarremo con le mani in mano perchè‚ non possiamo più sopportare e aspettare mentre continuano le uccisioni, gli arresti e i bombardamenti da parte delle forze governative nonostante la presenza degli osservatori dell’Onu”, ha detto in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano panarabo saudita Asharq al Awsat edito a Londra. Riad Assaad ha anche accusato i circa 60 osservatori delle Nazioni Unite operativi da tre settimane in Siria di “essersi trasformati in falsi testimoni”. “Non siamo responsabili degli attentati nelle città siriane, prendiamo di mira solo le unit… militari governative” ha affermato il colonnello Riad al Assaad, dell’Esercito libero siriano, che in questo modo prende le distanze dai recenti attentati a Damasco e ad Aleppo, attentati che i media ufficiali siriani attribuiscono a ”terroristi”, come vengono definiti i miliziani anti-Assad. Tra febbraio e marzo scorsi, l’Esl ha perso le importanti roccaforti a Homs e Idlib, nel centro e nel nord del Paese, ritirandosi a ridosso del confine libanese e turco. Damasco accusa Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Israele, Stati Uniti e Francia di armare e finanziare i terroristi stranieri. “La crisi in Siria rischia di sfociare in una guerra civile” ha dichiarato ieri il segretario generale della Lega Araba, Nabil al-Arabi, in una conferenza stampa che si è svolta a Pechino presso la sede dell’organizzazione panaraba. “L’escalation militare in Siria finirà per portare a una guerra civile che nessuno vuole”, ha affermato al-Arabi, “Non penso che i siriani si meritino questo”. In Siria intanto c’è ancora attesa per conoscere i risultati delle prime elezioni legislative dell’era del multipartitismo svoltesi lunedi nel paese. I media siriani in serata hanno informato che sono state finora scrutinate circa un terzo delle schede (300 distretti elettorali su 817).

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