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Grecia, nei sondaggi Syriza primo partito. Berlino scarica Atene

Nonostante abbia fatto campagna elettorale ‘contro il memorandum’ – cioè contro l’accordo tra Atene e la Troika a base di tagli, licenziamenti e privatizzazioni – il partito socialdemocratico di Fotis Kouvelis ha detto ieri si ad un governo di coalizione con i due partiti che nonostante lo schiaffo degli elettori di domenica continuano a difendere le pretese dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale. 

Incontrando il leader del Partito Socialista Panellenico Evanghelos Venizelos – a lui tocca, dopo il fallimento di Nuova Democrazia e Syriza il difficilissimo compito di formare un esecutivo – l’ex esponente della Sinistra Radicale e fondatore di Sinistra Democratica ha detto il suo si all’ingresso in un governo che accetti ‘criticamente’ gli impegni che le precedenti maggioranze hanno intrapreso.
Un tradimento assolutamente prevedibile se si considera che a parte una sparuta pattuglia di ex appartenenti della destra interna di Syriza la maggior parte dei quadri e dei dirigenti del nuovo partito provengono dalle fila del Pasok, fuoriusciti negli ultimi mesi in cerca di approdi migliori.
Un tradimento del mandato elettorale appena ricevuto – il 6% circa – che potrebbe portare però alla fuoriuscita e quindi alla scissione di alcuni dei parlamentari eletti da Kouvelis contrari al coinvolgimento in una impresa così rischiosa e malvista dalla popolazione. E’ per questo che Sinistra Democratica vedrebbe di buon occhio una partecipazione anche della stessa Syriza ad una coalizione di governo ‘di salvezza nazionale’. Un modo per coinvolgere il partito di Tsipras nelle scelte impopolari e di condividere così le responsabilità di una eventuale nuova capitolazione alle assurde pretese della Troika – 11 miliardi di tagli, 150 mila dipendenti pubblici da licenziare – evitando di scomparire del tutto dalla mappa elettorale alle prossime elezioni. Il leader di Nuova Democrazia si associa al tentativo – che ci pare destinato a sicura frustrazione – di coinvolgere Syriza in un governo trasversale.  “La proposta di un governo ecumenico di cui facciano parte anche i partiti filo-europeisti avanzata ieri da Fotis Kouvelis, è una proposta molto vicina alla nostra e che va presa in considerazione» ha fatto sapere il segretario del centrodestra dopo l’incontro di stamattina con Venizelos. La proposta di Kouvelis «è vicina alla nostra anche perché prevede tre punti fondamentali: la permanenza della Grecia nell’Unione europea, la revisione del Memorandum e la partecipazione al governo della Coalizione delle Sinistre» ha concluso Samaras aggiungendo che “è ora che Syriza si assuma le proprie responsabilità se intende entrare a far parte del governo”. 
Se Tsipras e i suoi accettassero una simile oscena proposta sarebbero suicidi. Qualche ora fa alcuni istituti demoscopici hanno reso noto un sondaggio secondo il quale, se si votasse di nuovo, la Sinistra Radicale sarebbe il raggruppamento più votato, con addirittura il 23,8% (dal 17% attuale). Al contempo ci sarebbe un nuovo calo dei due partiti tradizionali, con Nuova Democrazia che scenderebbe dal 19% al 17,4% e i socialisti del Pasok poco al di sopra del 10%. Essendo scemata ogni possibilità di varare una maggioranza di sinistra che blocchi il memorandum e inverta la rotta dal punto di vista economico e sociale, Tsipras ha detto chiaramente che la migliore opzione è votare di nuovo, il prima possibile. E i greci, stando ai sondaggi, farebbero del suo partito la prima forza politica del paese, concedendogli un prezioso premio di maggioranza di 50 seggi. A spese anche del Partito Comunista – che scenderebbe dall’8,5 attuale al 6% – dei Greci Indipendenti – in calo dal 10,6 all’8,7% – e anche dei neonazisti di Chrisi Avghì che comunque con un 4,9% sorpasserebbero una Sinistra Democratica ultima con il 4,2%.
Non è un caso che di fronte al forse irrecuperabile pasticcio causato in Grecia dall’intransigenza e dall’accanimento delle istituzioni politiche ed economiche europee – quello denunciato oggi addirittura dal Sole 24 ore – negli ultimi giorni i toni dei rappresentanti di Berlino si siano fatti inequivocabili. La zona euro può sopportare un’uscita della Grecia dalla moneta unica ha detto oggi il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, in un’intervista al quotidiano regionale tedesco Rheinische Post. Secondo il collaboratore della Merkel mon solo la fuoriuscita di Atene dall’eurozona sarebbe sopportabile, ma sarebbe addirittura auspicabile, in quanto ridurrebbe i rischi di contagio per gli altri membri e renderebbe l’area della moneta unica europea più stabile. E quindi le minacce di queste ore contro Atene del Presidente della Commissione Europea Barroso e del ministro degli esteri di Berlino Guido Westervelle – “se la Grecia non rispetta gli impegni si mette fuori dall’eurozona” – appaiono come avvertimenti propedeutici all’espulsione del piccolo e ormai saccheggiato paese dal novero della famiglia europea.

D’altronde dopo anni di memorandum e diktat, dell’economia greca rimane ben poco. Tutto ciò che i grandi gruppi tedeschi, francesi e britannici potevano spremere dal piccolo paese è stato già saccheggiato e far ingoiare ai greci nuovi sacrifici risulterebbe arduo, se non impossibile. E a questo punto per il nucleo duro dell’UE comincia ad apparire assai più conveniente l’ipotesi di una Grecia ridotta a debole e insignificante partner esterno da trattare dall’alto in basso. Un po’ come Bruxelles fa con la prima cerchia di paese esterni – quelli del Mediterraneo meridionale – ma strettamente collegati al polo europeo e orientati dalle decisioni della sponda Nord.

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1 Commento


  • PORRO LUIGI

    Forza Tsipra ,continua cosi! Merkel e la sua banda devono restituire cio’ che hanno depredato al popolo greco corrompendo i partiti PASOK e NEA DEMOKATIA.
    BASTAAAAAAAAAAAA!!!!!!!

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