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Grecia: governo truffa-tecnico in arrivo?

 

Che deve fare un popolo più che convocare 17 – uno più, uno meno – scioperi generali, manifestare tutti i giorni, protestare, e poi punire due partiti di governo facendoli passare del 78 ad un 32%? E’ quello che hanno fatto i greci in questi ultimi due anni, mandando un segnale che più chiaro di così non si può: basta sacrifici, basta imposizioni, vogliamo un altro governo e un’altra politica.
Ma l’incaponimento con cui l’anziano ex partigiano socialista e presidente della Repubblica – vi ricorda qualcuno? – Karolos Paopulias sta tentando di imporre ai greci un governo che non vogliono e che hanno esplicitamente rigettato nelle urne ha dell’incredibile. Nonostante che la Costituzione ellenica non preveda che dopo il fallimento delle consultazioni avviate dai tre partiti che hanno preso più voti si possa proseguire all’infinito ma si debba tornare al voto. Ma Papoulias, e i suoi burattinai ellenici ed europei, proprio non ci stanno ad estromettere dal governo i socialisti e i ‘conservatori’ che si sono spartiti il potere negli ultimi 40 anni. E così dopo l’ennesimo fallimento di ieri oggi si ricomincia daccapo. Ieri era stato chiaro il leader di Sinistra Democratica, affermando che un governo politico che non veda la presenza dell’odiata – ma evidentemente indispensabile – Syriza non avrebbe il necessari sostegni parlamentari e popolari per durare. Sembrava la pietra tombale al tentativo di far accettare un inciucio che avrebbe messo in sella un esecutivo minoritario e traballante con il solo scopo di far applicare quegli 11,5 miliardi di euro di tagli e quei 150 mila licenziamenti che i mercati chiedono e che i rappresentanti della troika pretendono come contraltare alla concessione di nuovi ‘aiuti’. Urne il 10 giugno, al massimo il 17. E invece no, almeno per ora. Perché in serata dal cappello a cilindro degli apprendisti stregoni di Atene è sbucata l’opzione del governo tecnico. Anzi, di “tecnocrati” come lo ha definito il leader del Pasok Evangelos Venizelos. Sul modello italiano. Non è una grande novità, visto che la Grecia è reduce da un esecutivo guidato da un esponente di punta della Banca Centrale Europea – il torvo Lukas Papademos – che ha coinvolto non solo socialisti e conservatori (e il bipolarismo?) ma anche l’estrema destra del Laos, per questo esplicitamente punita dai suoi elettori che l’hanno lasciata fuori dal parlamento. Ma evidentemente la fantasia scarseggia ad Atene. L’unica novità è che al posto dell’estrema destra del Laos la stampella del nuovo governo della troika verrebbe dai socialdemocratici di Sinistra Democratica. E forse dalla destra dei ‘Greci Indipendenti’, il cui leader Kammenos con dichiarazioni sibilline e ambigue aveva fatto capire nei giorni scorsi che – per puro “senso di responsabilità” e “per salvare il paese dal baratro del default” – si era detto in qualche modo disponibile a partecipare ad un esecutivo di unità nazionale. Anche nella versione ‘tecnica’. Almeno così c’era scritto in un documento fatto pervenire ieri al presidente della Repubblica in cui Kammenos sosteneva di essere disposto a sostenere un governo tecnico qualora si prospettino per la Grecia «pericoli di carattere nazionale», come un’eventuale uscita dall’eurozona, o pericolosi contrasti a livello di politica estera. Ma questa mattina il leader della nuova destra ellenica ha smentito la paternità del comunicato, ed anzi ha gridato al complotto. Un po’ come aveva fatto Kouvelis quando maliziosamente il leader di Syriza Alexis Tsipras domenica aveva rivelato che la sua Sinistra Democratica aveva raggiunto un accordo con ND e Pasok, facendo saltare l’operazione.
Se la truffa del governo tecnico andrà in porto lo sapremo tra qualche ora. Nel frattempo, racconta da Atene il corrispondente de Il manifesto Argiris Panagopoulos, “Tsipras e i dirigenti di Syriza si sono trovati in affollatissime assemblee e riunioni circondati da tantissima gente che chiede loro di continuare le lotte e le proteste nei luoghi di lavoro e nelle piazze per cacciare i conservatori e i socialisti dal goverrno. Molta gente crede che le nuove elezioni saranno inevitabili e spera in un governo della sinistra”. I comunisti del KKE, che ieri sera hanno manifestato vicino a Piazza Omonia, invece avvertono che un eventuale governo di sinistra non risolverebbe proprio nessuno dei problemi dei greci. Greci sottoposti però ad una campagna terroristica e terrorifica da media nazionali ed esteri, secondo i quali se il paese fosse costretto a votare di nuovo si aprirebbero scenari apocalittici, con l’esercito nelle strade e il razionamento dei viveri. Manco a dirlo, i principali colpevoli sarebbero gli ‘irresponsabili estremisti’ di Syriza, colpevoli di non aver accettato un governo che imponga ai greci un’ennesima macelleria sociale.

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