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L’ETA scrive a Rajoy e Hollande: “dialogo diretto”. Madrid risponde picche

 

In un comunicato inviato oggi dal gruppo all’agenzia di stampa France Presse, ‘Euskadi ta Askatasuna’ annuncia la nomina di una delegazione di suoi membri per intavolare un ‘dialogo diretto’ con i governi di Parigi e Madrid. Secondo l’ETA, ci sarebbero oggi condizioni sufficienti per iniziare un processo di negoziato diretto con gli esecutivi dei due paesi e che rimandare la soluzione del conflitto potrebbe generare situazioni di blocco pregiudiziale. Il comunicato afferma che “la comunità europea e l’insieme delle istituzioni del continente hanno davanti a sé il compito di sostenere il processo aperto per dare una soluzione definitiva a questo conflitto che continua nel cuore dell’Europa”.

ETA fa riferimento, nel suo messaggio, alla Conferenza di Aiete, una Conferenza Internazionale celebrata il 17 ottobre del 2011 nella città basca di Donostia e all’interno del quale organizzazioni politiche e sociali, sostenute da un certo numero di mediatori internazionali già attivi nella risoluzione di altri conflitti violenti (Irlanda, Sudafrica e altri) “hanno reclamato un compito storico alla nostra organizzazione per poter dare inizio al processo negoziale”. Richiesta accettata dall’organizzazione che dopo 3 giorni, il 20 ottobre, annunciò l’abbandono definitivo della sua attività armata e chiese ufficialmente ai governi spagnolo e francese di iniziare un dialogo per risolvere le conseguenze del conflitto.

Nel comunicato l’ETA invita gli “agenti sociali e politici baschi a impegnarsi nel dialogo, senza esclusioni, per dare una soluzione alle ragioni alla base del conflitto politico e arrivare ad un accordo che garantisca uno scenario di pace e libertà stabile e duraturo”.

Il messaggio di oggi apre nuove prospettive di pace nel Paese Basco, dopo che all’inizio di maggio, i componenti della Commissione Internazionale di Verifica – composta da esponenti di diversi paesi – aveva informato il Governo autonomo basco, i sindacati e le organizzazioni padronali che aveva potuto verificare il rispetto della tregua da parte dell’organizzazione armata e la sua volontà di arrivare ad un processo di smantellamento dei suoi arsenali, sotto il controllo e il monitoraggio dei governi di Francia e Spagna.

Ma così come era avvenuto in quell’occasione la risposta da parte del governo di Mariano Rajoy non si è fatta attendere. Durante un suo intervento in Parlamento in risposta ad una interrogazione degli indipendentisti baschi di Amaiur sulle condizioni dei prigionieri politici, il ministro degli Interni spagnolo Jorge Fernández Díaz ha affermato che il suo esecutivo rigetta l’offerta di dialogo dell’ETA. “Per consegnare le armi non c’è bisogno del dialogo” e poi ancora “Il governo spagnolo non ha bisogno di verificatori internazionali per comprovare che l’ETA si dissolve e consegna le armi” ha detto l’esponente della destra spagnola, ribadendo una richiesta che non porterà da nessuna parte: una semplice resa, una capitolazione senza garanzie dell’organizzazione armata basca.
Una intransigenza sconsolante, quella del governo Rajoy, che fa a cazzotti con la strategia di negoziato adottata dai britannici nei confronti delle organizzazioni combattenti dell’Irlanda del Nord. 

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