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La Grecia insorge contro l’arroganza della Lagarde (Fmi)

“Bisogna che i greci comincino ad aiutarsi l’un l’altro pagando tutte le tasse”, aveva detto la Lagarde in una intervista al quotidiano britannico The Guardian, aggiungendo che l’Fmi non aveva intenzione di addolcire i termini del pacchetto di austerità per Atene. E poi la ciliegina sulla torta, quando ha confessato di provare più simpatia per i bambini privati dell’istruzione nell’Africa sub-sahariana che per molti greci che rischiano la povertà per la crisi. «I genitori greci devono pagare le tasse», ha detto riferendosi al fenomeno dell’evasione fiscale nel Paese. Incalzata dal forse incredulo intervistatore la Lagarde aveva precisato: “Penso più ai bambini di un piccolo villaggio del Niger che vanno a scuola due ore al giorno, dividendosi una sedia in tre, e che sognano di avere una buona istruzione. Penso a loro sempre. Perchè penso che hanno più bisogno di aiuto della gente di Atene”.
Apriti cielo! Sulla pagina facebook della Lagarde sono piovuti immediatamente parecchie migliaia di  commenti caustici e di protesta. Molti hanno fatto notare alla signora Lagarde che sia i bambini privati del diritto all’istruzione in Africa sia quelli che sono stati precipitati nella povertà in Grecia (secondo un recente rapporto dell’Unicef i bambini malnutriti in Grecia sarebbero quasi 450.000) sono vittime dei piani di aggiustamento strutturale, dei ricatti e dello strozzinaggio internazionale esercitato proprio dall’organismo di cui la Lagarde è Direttrice. Organismo che obbliga i governi a deviare risorse sempre più ingenti dallo stato sociale, dall’istruzione e dalla sanità verso le banche e il pagamento del debito pubblico.
L’ondata di rabbia ha smosso pure alcuni leader politici. Il capo del partito socialista Pasok, Evangelos Venizelos, ha strumentalmente accusato la Lagarde di aver “umiliato e offeso” i greci. Da parte sua il portavoce di Syriza, Alexis Tsipras, ha dichiarato che i greci “non cercano l’amicizia” della Lagarde e che i “lavoratori pagano già le loro imposte e queste sono ormai a livelli insostenibili”.

Ogni volta che qualche guru della politica o della finanza europea fa le sue sconce esternazioni sulla situazione greca nel paese allo stremo cresce la rabbia e la disponibilità al voto nei confronti dei partiti che si oppongono ai patti scellerati tra i precedenti esecutivi e la Troika, Fmi compreso. Gli ultimi sondaggi sono altalenanti: alcuni danno la sinistra radicale di Syriza al 22%, altri addirittura al 30%. In quasi tutte le inchieste la coalizione guidata da Tsipras è data come vincitrice, anche se non è ancora chiaro se avrebbe i 50 seggi di premio di maggioranza in quanto la legge li accorda soltanto ai partiti e non alle coalizioni. E’ per questo che alcuni giorni fa i legali di Syriza hanno inoltrato formale richiesta alle autorità competenti affinché la Coalizione della Sinistra Radicale sia considerato un partito a tutti gli effetti. I vari sondaggi danno in ascesa anche Nuova Democrazia: il centrodestra di Samaras prenderebbe più voti di quanti ne ha ricevuti lo scorso 6 maggio, e in una inchiesta è dato addirittura in testa rispetto a Syriza, anche se di pochi centesimi di punto percentuale.

Ma certo la dichiarazione stupida e offensiva della Lagarde non aiuta certo Samaras o i socialisti di Venizelos, gli unici ancora disponibili ad ubbidire a tutti i diktat della troika.

Non è un caso che il governo francese ha criticato la visione «caricaturale e schematica» espressa dal direttore generale del Fmi sulla situazione greca. A intervenire è stato il portavoce dell’esecutivo parigino e Ministro dei Diritti delle Donne, Najat Vallaud-Belkacem, secondo il quale «non è il momento di dare lezioni» alla Grecia.  Il leader del Front de Gauche di Parigi, Jean-Luc Melenchon, è stato più chiaro, chiedendo le dimisioni della Lagarde e domandandosi: «Chi le dà il diritto di parlare in questo modo dei greci?».

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