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Grecia. Il deputato nazista ancora latitante: “non sono pentito”

 

Ilias Kasidiaris, il parlamentare del partito neonazista greco Alba dorata che giovedì ha aggredito due deputate di sinistra nel corso di una trasmissione in diretta sull’emittente privata Antenna 1, è ancora irreperibile, tecnicamente latitante visto che si è sottratto all’arresto ordinato dalla magistratura. Ma dalla sua latitanza ieri ci ha tenuto a far conoscere la sua strampalata versione dei fatti, scrivendo un messaggio sul sito del movimento di estrema destra. Chiarendo che non è affatto pentito di quanto ha fatto e che contro di lui è in atto il complotto. Eppure le ‘eroiche’ gesta di Kasidiaris sono avvenute in diretta tv e milioni di persone hanno potuto vedere con i propri occhi quanto è accaduto: il 31enne portavoce di Chrysi Avgi aveva risposto alle dure accuse di una deputata di Syriza e di un’altra parlamentare del Partito Comunista gettando un bicchiere d’acqua in faccia alla prima e poi prendendo a cazzotti la seconda. 

«Voi fascisti avete tradito la Grecia, asservendovi agli interessi imperialisti della NATO. La vostra presenza in Parlamento è un’offesa ai lavoratori ed ai cittadini democratici, alla storia del nostro paese. Avete compiuto stragi, torture, assassinato la nostra democrazia, che ha più di 4 mila anni di storia. I fascisti non devono sedere in Parlamento, devono essere fucilati» gli aveva gridato in faccia la rappresentante comunista prima di essere presa a pugni.

Nel messaggio postato ieri il picchiatore ha dichiarato che “l’episodio é stato pianificato per scatenare reazioni estreme contro di lui” e che presto si consegnerà spontaneamente in procura per denunciare i responsabili di “azioni illegali” contro di lui. E poi ha aggiunto di non provare alcun rimorso per il suo gesto, anzi si è detto vittima di una provocazione. Si sarebbe trattato di “una messa in scena”.

Venerdì in sette città della Grecia si sono tenute manifestazioni antifasciste per dire basta alla violenza degli squadristi di Alba Dorata e anche per denunciare le connivenze degli apparati di sicurezza del paese con il movimento neonazista. Durante il corteo di Atene – in piazza alcune migliaia di militanti della sinistra, di giovani, di immigrati – i manifestanti hanno gridato “attenti ai nazisti in divisa” quando il corteo si è avvicinato ai cordoni di poliziotti in tenuta antisommossa.

Ma in Grecia non sono solo le gesta di Kasidiaris e dei camerati di Chrysi Avgi a tenere banco. Mentre è in corso una delle campagne elettorali più importanti che il paese ricordi, la cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata a minacciare il paese. “Abbiamo sempre detto che ci auguriamo che la Grecia resti un membro della zona euro. La condizione affinché questo avvenga è che il prossimo governo greco rispetti il memorandum firmato con l’Fmi, la Bce e la Commissione europea” ha tuonato la Merkel nel corso di una conferenza stampa con il premier neozelandese, John Key, in visita a Berlino. A dare man forte alla leader tedesca anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che ha affermato che “per i Greci le sofferenze saranno minori se rimarranno nella zona euro”. Da parte sua il leader della sinistra radicale greca Syriza, Alexis Tsipras, ha ribadito che se la sua coalizione vincerà le elezioni di domenica prossima annullerà il memorandum – che impone alla Grecia tagli, sacrifici, licenziamenti e privatizzazioni in cambio dei cosiddetti aiuti – firmato dai precedenti esecutivi con la Troika.

E’ un paese allo stremo quello che si appresta a votare per rinnovare il parlamento dopo il nulla di fatto della tornata elettorale di inizio maggio. E’ stata perfino rivista al ribasso la portata della recessione economica in Grecia nel primo trimestre: ora l’ente di statistica ellenico stima la contrazione del Pil almeno al 6,5% rispetto allo stesso periodo di un anno prima, e non più al 6,2. Una enormità se si considera che sono ormai tre anni e mezzo che Atene vede crollare il suo prodotto interno lordo.

Intanto il tasso di disoccupazione ufficiale è vicino al 25%, le entrate provenienti dal settore chiave del turismo crollano del 15% e nel paese crescono fenomeni sociali sconosciuti finora nell’Europa occidentale. Lunghe code continuano a formarsi davanti alle farmacie in attesa di poter acquistare medicinali, sempre più introvabili, eccetto per chi li paga a prezzo pieno. Le case farmaceutiche straniere (Roche, Bayer, Novartis e Sanofi) avrebbero sospeso le consegne in attesa di essere pagate dal governo per le medicine fornite nei mesi scorsi, un conto da 600 milioni di euro. C’è chi sostiene invece che i medicinali in realtà ci siano, ma che sono le farmacie a non volerli concedere gratuitamente ai cittadini finché gli enti previdenziali non cominceranno a rimborsare quelli distribuiti nei mesi scorsi. La mancanza di medicinali nelle farmacie sta intanto creando seri problemi soprattutto ai diabetici a chi è stato colpito da un tumore. 

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1 Commento


  • giovanni

    il signor Tsipras la deve smettere di prendere in giro il proletariato greco. O annulla il memorandum ED esce dall’euro, O rimane nell’euro e si rimangia tutto. Le due cose insieme (memorandum abolito ed euro) non le avrà mai, per cui deve dire esplicitamente cosa farà quando dovrà scegliere tra uscire dall’euro o rimanere, e fare il gauleiter della Merkel

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