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Spagna: i minatori paralizzano le Asturie e le altre regioni minerarie

 

Nuova giornata di sciopero generale, manifestazioni e blocchi in tutte le zone minerarie della Spagna, in particolare nelle Asturie. Ieri migliaia di minatori in lotta contro i tagli mortali ordinati dal governo Rajoy hanno dato una nuova dimostrazione di forza e determinazione.

Dopo l’ennesima rottura delle trattative da parte dei rappresentanti dell’esecutivo, i sindacati hanno minacciato che se Rajoy non vuole che le regioni minerarie della Spagna diventino un campo di battaglia dovrà ordinare ai suoi di sedersi di nuovo al tavolo di confronto con i rappresentanti dei lavoratori.

Dopo 18 giorni di sciopero, manifestazioni, blocchi e scontri con la polizia – gli ultimi molto intensi venerdì a Pozo del Sotón, a 30 km da Oviedo – i lavoratori e le forze politiche e sindacali della sinistra radicale che li sostengono si aspettavano un forte intervento delle cosiddette forze dell’ordine che alla fine c’è stato solo in parte. In molti casi i minatori avevano approntato delle postazioni ‘blindate’ per poter difendersi da eventuali aggressioni violente da parte dei poliziotti davanti alle miniere occupate e su alcune strade e autostrade bloccate dalle barricate. Postazioni difese da lavoratori che si erano attrezzati con i tradizionali tubi di ferro modificati per permettere di lanciare razzi contro i celerini.

Ma nonostante migliaia di effettivi fossero stati spostati da Madrid nelle zone in conflitto in molti casi gli uomini in divisa non si sono visti durante una giornata che ha quindi avuto per unici protagonisti decine di migliaia di lavoratori e giovani.

Alle sei del mattino, come di consueto, i minatori hanno dato il via ai blocchi stradali, in molti casi con barricate poi incendiate. La tensione era alle stelle, visibile anche attraverso i passamontagna con la quale i lavoratori in lotta si celano il volto per evitare rappresaglie. Ma alla fine la giornata di lotta si è svolta in maniera abbastanza tranquilla, con un’adesione vicina al 100% non solo nelle miniere del Leòn e delle Asturie, ma anche in tutti gli altri settori del mondo del lavoro – anche della pubblica amministrazione – fermi per solidarietà nei confronti della mobilitazione dei minatori. In molte località, in particolare delle Asturie, oltre a interrompere la circolazione su strade e autostrade, i lavoratori hanno anche realizzato dei blocchi ferroviari anche in questo caso piazzando delle barricate incendiate o dei tronchi sui binari. Durante la giornata molte sono le manifestazioni che si sono svolte in centri grandi e piccoli. A Leon circa 15 mila persone hanno sfilato in corteo a partire da mezzogiorno, fino alla sede della Provincia, dove dal 4 giugno scorso si sono rinchiusi per protesta sei minatori. La mobilitazione più massiccia si è però svolta nella località asturiana di Llangreu, dove in piazza sono scese 50 mila persone marciando tra La Felguera e Sama.

Nel comune di Cangas del Narcea quattro minatori si sono chiusi all’interno del Municipio affermando che non ne usciranno fin quando il governo di destra non ritirerà tutti i tagli all’industria dell’estrazione del carbone. Intanto continua la protesta dei sette minatori che si sono rinchiusi ormai da tempo nelle miniere asturiane di Candin e Santiago. Scioperi e blocchi anche in alcuni comuni di Aragona e Castilla-La Mancha.

Nonostante le proteste dei minatori e delle popolazioni delle zone minerarie, il governo non vuole recedere dalla sua decisione di tagliare del 64% i fondi finora destinati al sostegno della industria mineraria del paese, e il provvedimento dovrebbe essere approvato nelle prossime ore dal Senato di Madrid. I sindacati del settore minerario hanno annunciato per i prossimi giorni una marcia a piedi verso Madrid e una nuova protesta davanti al Ministero dell’Industria sempre nella capitale del Regno. 

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