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“In guerra andateci voi”: contro la Turchia sabotaggi e attacchi hacker

 

Brutta sorpresa questa mattina per il regime turco di Recep Tayyip Erdogan. Il gruppo di hacker di sinistra che si firma RedHack – l’equivalente turco di Anonymous – ha infatti ‘piratato’ il sito del Ministero degli esteri di Ankara, sul quale ha pubblicato due foto, risalenti al passato, del premier islamico e nazionalista mentre abbraccia il presidente siriano Bashar al Assad e l’ex-leader libico, Muammar Gheddafi. Immagini accompagnate dalla scritta ”ieri fratelli, oggi nemici”. E poi, ancora: “Se volete tanto fare la guerra, mettetevi gli stivali e partite. Noi non vogliamo morire per voi”. Firmato: ‘pirati socialisti’.

Gli hacker attivisti di RedHack hanno dedicato l’assalto informatico al sito del ministero degli esteri di Ankara alle vittime del massacro di Sivas. In questa città dell’Anatolia il 2 luglio del 1993 morirono bruciate vive 36 persone, per lo più intellettuali e artisti della minoranza alawita. Una folla inferocita di fanatici religiosi sunniti assaltò e poi incendiò l’albergo nel quale si stava tenendo un festival della poesia e della letteratura della minoranza alawita. I responsabili di quella strage, ricorda RedHack, non sono mai stati puniti, in quanto il processo si è chiuso due anni fa per la prescrizione del reato. Il gruppo di hacker afferma poi di essere entrato in possesso di documenti segreti del ministero degli Esteri che presto renderà pubblici.

Ma le grane per il partito nazionalista e islamico al governo in Turchia non finiscono qui. Un dirigente locale dell’Akp è infatti stato rapito questa mattina da combattenti del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. L’automobile con a bordo Hayrulah Tanis, 46 anni, presidente provinciale del partito a Van (nella zona curda), é stata bloccata da tre uomini armati, che poi hanno trascinato via il dirigente politico. Le forze di sicurezza hanno lanciato un’operazione su larga scala per ritrovarlo mentre invece sulle montagne al confine con l’Iraq continuano i combattimenti tra l’esercito di Ankara e le brigate del Pkk. Oggi i portavoce del ministero degli interni turchi affermano di

avere ucciso 25 miliziani della guerriglia, e di averne feriti quasi altrettanti, nel corso di alcuni raid lanciati la settimana scorsa contro le basi del movimento nelle montagne del Nord dell’Iraq. I bombardamenti si sono concentrati soprattutto sul Monte Kandil, considerato una roccaforte del Pkk nel nord dell’Iraq.

E mentre i curdi siriani si organizzano per reagire ad un’eventuale invasione militare dell’esercito di Ankara, anche i curdi iraniani sono passati all’azione contro Ankara. Questa mattina all’alba una esplosione ha danneggiato un gasdotto che porta il gas iraniano nella confinante Turchia.


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