Menu

Gli allegri compari di merende di Barclays

Lo scandalo Barclays travolge tutto e tutti

Giuseppe Acconcia

 

Colpiti dall’ennesimo scandalo finanziario, gli attivisti di «Move your money» coprono di adesivi le vetrine delle filiali di Barclays a Westminster. «I banchieri responsabili dovrebbero essere arrestati», denuncia Levent, impegnato nel movimento Anticuts , contro i tagli alla spesa pubblica voluti dal governo Cameron. «Ci aspettiamo che ora i rischi e gli investimenti che hanno reso la Barclays così vulnerabile vengano ridotti drasticamente», prosegue il giovane. Lo scandalo Barclays è ormai fuori controllo, si è esteso alla politica e all’intero mercato bancario britannico. I primi chiarimenti potrebbero arrivare lunedì quando Paul Tucker, vicegovernatore della Banca d’Inghilterra, sarà ascoltato dalla neonata Commissione parlamentare d’inchiesta sui tassi Libor. Fanno parte della commissione solo deputati. Nessun giudice, come voleva invece il leader dei Labour, Ed Milliband, sul modello Leveson per la riforma del sistema giornalistico. Tucker deve chiarire i contenuti della telefonata dell’ottobre 2008 con l’ex amministratore delegato della Barclays, Robert Diamond. Dopo la telefonata, Diamond aveva riferito di «figure del governo» preoccupate dei tassi interbancari di prestito ammessi da Barclays. E così, uno dei dirigenti di Barclays, Jerry Del Missier, dimessosi nei giorni scorsi, aveva dato l’ordine di abbassare i tassi per ridurre le preoccupazioni sulla stabilità finanziaria della banca. A complicare le cose sono arrivate venerdì le accuse del ministro delle finanze inglese. Secondo George Osborne, a fare pressioni sui dirigenti della Barclays sarebbe stato l’allora ministro delle finanze, Ed Balls. Per il Financial Times , oltre a Balls, sarebbero coinvolti anche l’ex ministra Shriti Vadera e lo stesso ex primo ministro laburista Gordon Brown. Nel novembre 2008, Vadera avrebbe commissionato un report dal titolo «Ridurre il Libor. Migliorare le condizioni dei prestiti». Nel documento si farebbe riferimento a politiche finanziarie per abbassare i tassi di interesse interbancario. Ma la City è sempre la stessa, sta reagendo con distacco al terremoto Barclays. Tra gru e grattacieli, a Threadneedle street, i dirigenti della Banca d’Inghilterra si avventano su porzioni di sushi in ristoranti giapponesi minimalisti. Mentre all’ingresso della Torre 42 fervono i preparativi dei decori per le Olimpiadi. «Siamo shoccati dalle notizie che ci vengono dal regolatore americano. Stiamo formando un gruppo di osservazione sul Libor», ci ha detto Brian Mairs della British bankers association . «Barclays dovrebbe agire ora come difensore della trasparenza nella procedura di definizione dei tassi, cooperando con l’associazione bancaria britannica», ha continuato Mairs. Più avanti, giovani banchieri discutono di Libor tra litri di birra al pub Phoenix. Mentre emergono le responsabilità politiche, tutto il mercato bancario britannico è in subbuglio. L’Agenzia governativa anti-corruzione ha annunciato ieri l’avvio di un’inchiesta penale contro i trader coinvolti nella manipolazione dei tassi di interesse. Secondo l’Autorità finanziaria britannica anche altre banche avrebbero aggirato il sistema di tassi interbancari. Come se non bastasse, crescono le polemiche sull’uscita di scena di Diamond. L’ex amministratore delegato è volato negli Stati uniti. Gli sarebbe stata accordata una liquidazione di 100 milioni di sterline con un bonus ulteriore (per un totale di 153 milioni di euro). Mentre uno dei maggiori azionisti di Easyjet ha chiesto le dimissioni del dirigente, Michael Rake, per i suoi incarichi in Barclays. Simili malumori riguardano Richard Broadbent, amministratore delegato della catena di supermercati e telefonia Tesco. E colpiscono anche Naguib Kheraj, vice direttore di Berclays, direttore della fondazione Aga Khan. E così, con implicazioni politiche e finanziarie, la crisi appare quanto mai sistemica. Anche le maggiori agenzie di rating sarebbero pronte a retrocedere Barclays dopo il recente scandalo finanziario. «Con i bassi profitti del sistema capitalistico, è più semplice agire sui mercati finanziari che attivare investimenti produttivi», spiega al manifesto Alex Callinicos, docente di Economia internazionale al King’s College. «Le speculazioni bancarie sono il vero sintomo della grave crisi europea», conclude il professore a margine del Festival del marxismo in corso a Londra. I legami tra banche e politica rendono la vita difficile anche ai conservatori. Tra i Tories, le accuse avanzate ai laburisti dal ministro delle finanze hanno creato non pochi malumori. Mentre lo scandalo Barclays rischia di creare nuova opposizione alle politiche di tagli e austerità del governo Cameron che hanno messo in ginocchio il settore pubblico britannico, dalla scuola, all’Università fino al sistema sanitario.
da “il manifesto”

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *