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Libia. Chi ha vinto? E’ presto per dirlo

Il presidente della Commissione Elettorale libica, Nuri Al-Abbar, boccia come prematura qualsiasi rivendicazione fatta dai partiti sull’esito delle prime elezioni nel Paese da quasi 60 anni. Il riferimento e’ alla coalizione dei 65 partiti liberali guidati da Mahmoud Jibril, l’ex premier del Cnt. “Non abbiamo indicazioni sul vantaggio di alcun partito sull’altro… quando parlano di vittoria si tratta solo di speculazioni”, ha chiarito Al-Abbar ricordando che solo domani si avranno i primi dati ufficiali. Piu’ prudenti gli islamisti di Giustizia e Costruzione, braccio politico dei Fratelli Musulmani libici: il leader Mohamad Sawan, oltre a non sbilanciarsi ha dichiarato che ogni fuga di notizia sui risultati e’ “semplice propaganda”. “Si è votato nel 98% dei seggi e l’affluenza alle urne è stato del 62%, (1,7 milioni sui 2,8 aventi diritto, ndr)”. “Questo per noi è un risultato soddisfacente”. Coloro che non hanno votato fanno comunque parte di questa democrazia”, ha detto Abbar.
I primi risultati “parziali” sono attesi infatti per oggi (“al massimo martedì mattina”, secondo Abbar) ed entro mercoledì quelli definitivi, secondo quanto ha annunciato la commissione. Finita l’euforia dopo una giornata ‘storica’, la Libia adesso è in attesa dei risultati delle prime elezioni libere nel Paese che potrebbero portare a una vittoria a sorpresa dei ‘moderati’ a scapito degli islamici: sarebbero avanti in diversi seggi a Tripoli e nell’Est. Se le indiscrezioni fossero confermate, si tratterebbe del primo Paese della Primavera araba con gli islamici sconfitti alle urne. Secondo l’Ansa “Sembra ormai chiaro che la partita si gioca fra la coalizione dei moderati di Jibril (che riunisce 40 partiti liberali e politici indipendenti) e i Fratelli Musulmani, mentre il partito Al-Watan, guidato da Abdel Hakim Belhaj, ex leader del Gruppo Combattente dei Libici Islamici (Lifg), sembrerebbe escluso dalle prime posizioni”. Se i risultati fossero confermati, la Libia farebbe eccezione rispetto alla Tunisia e all’Egitto, dove gli islamici hanno preso il potere dopo le prime elezioni seguite alla caduta dei rispettivi regimi.

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