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Coprirono i killer nazisti, decapitati i servizi segreti tedeschi

I servizi di sicurezza hanno per anni coperto e attivamente sostenuto una banda di criminali nazisti dediti ad attentati, rapine e omicidi, ma non sono stati molto bravi a nascondere le prove delle loro responsabilità. Venuto a galla la vicenda degli omicidi compiuti dalla cosiddetta ‘banda del kebab’ (perché la maggior parte delle vittime erano immigrati turchi), la cancelliera Angela Merkel aveva tentato goffamente di placare gli animi scusandosi con i parenti delle vittime e promettendo provvedimenti contro i gruppi neonazisti. Che però non si sono ancora visti. E quindi le polemiche sono continuate per mesi.

Sembrava tutto risolto con le dimissioni, alcuni giorni fa, del capo dei servizi tedeschi ma lo scandalo che ha coinvolto i vertici dell’intelligence di Berlino è diventato un vero e proprio terremoto.

E infatti ieri si è dovuto dimettere anche Reinhard Boos, il capo dei servizi interni del land orientale della Sassonia. Intervenuto al parlamento regionale, il ministro degli Interni della Sassonia, Markus Ulbig, ha riferito che Boos ha chiesto di essere sostituito a causa degli “evidenti errori di singoli impiegati”. Un eufemismo per togliersi di mezzo e togliere l’impaccio alle autorità politiche del Land dove vivevano – per la precisione a Zwickau – i tre neonazisti responsabili di undici omicidi fra il 2000 e il 2007.

La settimana scorsa si era già dimesso il capo dei servizi d’intelligence federali, Heinz Fromm. E poi il capo dei servizi del land orientale della Turingia, Thomas Sippel, ha dovuto chiedere il pensionamento anticipato per evitare le dimissioni.

Fino ad un fallito tentativo di rapina nel novembre del 2011 nessuno aveva collegato gli omicidi compiuti dai componenti di una cellula denominata Nationalitscher Unterground (Nsu), cioè ‘clandestinità nazionalsocialista’. Anche perché i dirigenti locali e nazionali della Verfassungsschutz – i servizi tedeschi – si erano metodicamente incaricati di coprire le tracce delle malefatte del gruppuscolo, manipolato e finanziato dagli stessi apparati di sicurezza con la scusa che avrebbero potuto fornire informazioni utili sulla vasta rete di estremisti di destra attivi in Sassonia e in altre regioni.

Durante le indagini compiute in questi mesi si è scoperto che gli 007 di Berlino hanno sistematicamente distrutto documenti riguardanti la cellula terrorista di estrema destra per evitare che finissero nelle mani della Polizia e che i collegamenti tra servizi segreti ela Nsufossero scoperti. Scoperta che ha chiaramente provocato un vero e proprio terremoto, anche perché tra le vittime del gruppo di fuoco c’era anche una giovane agente. Il caso è esploso il 4 novembre scorso quando due neonazisti, Uwe Mundlos e Uwe Bonnhardt, che avevano appena fatto una rapina e che stavano per essere braccati dalla polizia, hanno deciso di suicidarsi (almeno questa è la versione ufficiale). Solo in quel momento è venuta alla luce l’esistenza di questa banda di nazisti responsabili dell’uccisione di nove cittadini tedeschi di origine turca, di uno di origine greca e di una poliziotta. Nel corso delle perquisizioni all’interno dell’appartamento, sono state trovate diverse armi riconducibili agli attentati terroristici compiuti nell’arco di circa quindici anni e, soprattutto, è stato rinvenuto un dvd dove la gang si assumeva la responsabilità degli omicidi, di numerose rapine e anche degli incendi appiccati a edifici che ospitavano immigrati.

All’inizio le autorità hanno cercato di minimizzare le responsabilità degli apparati di sicurezza puntando il dito su presunte negligenze e malfunzionamenti dei servizi segreti e nei rapporti tra questi e la Polizia, ma ormai la verità – il sostegno attivo dell’intelligence di Berlino ai killer neonazisti – è emersa con tutta la sua gravità facendo esplodere un vero e proprio bubbone politico. In particolare quando si è saputo che documenti vitali per la ricostruzione degli eventi erano stati distrutti dagli 007 una settimana dopo la morte a novembre di Uwe Mundlos e Uwe Bonnhardt. Jorg Ziercke, capo del Bundeskriminalamt (BKA), i servizi segreti federali, ha ammesso davanti ad una commissione parlamentare di inchiesta che sette faldoni accumulati di prove e documenti sono stati distrutti poche ore prima di dover essere consegnati ai responsabili delle indagini. Molti buchi sugli eventi potrebbero essere colmati da Beate Zschape, l’unica sopravvissuta della cellula neonazista. Ma la donna trentasettenne, naturalmente rinchiusa in carcere, ha deciso di rinchiudersi in un ostinato silenzio.

Sulle connivenze politiche e degli apparati di sicurezza tedeschi con la ‘banda del kebab’ leggi anche: https://www.contropiano.org/it/esteri/item/4914-i-servizi-segreti-tedeschi-dietro-i-neonazisti-della-banda-del-kebab

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