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Libia. Un risultato molto controverso

Sono passati ormai quattro giorni dalle elezioni in Libia e, secondo diverse fonti, aumenta il vantaggio di Ahmed Jibril, già primo ministro del Consiglio Nazionale Transitorio, e della sua Alleanza delle Forze Nazionali. I risultati elettorali indichirebbero una vittoria schiacciante per il partito dell’ex premier nella circoscrizione orientale che comprende i centri di Tobruk e Derna, finora considerata una roccaforte islamista.
Ma i Fratelli Musulmani il cui braccio politico, il Partito della Giustizia e della Costruzione, secondo le loro parole, potrebbe ribaltare gli attuali risultati parziali grazie all’appoggio dei futuri membri del Congresso Nazionale Generale, il Parlamento, eletti come candidati indipendenti, non si arrendono. 
Per legge, infatti, ai rappresentanti delle diverse formazioni politiche sono riservati appena ottanta seggi su un totale di duecento: il resto sarà per l’appunto appannaggio degli indipendenti, le cui successive scelte di campo al momento sono quasi impossibili da prevedere. “In base ai nostri dati, siamo quasi certi che avremo la maggioranza dei seggi indipendenti”, ha ammonito il leader del Partito della Giustizia e della Costruzione, Mohammed Sawan. “Forse – ha poi aggiunto – i risultati finali dimostreranno che siamo noi la prima forza politica del Paese”.

Secondo il sito di analisi e controinformazione sul Medio Oriente Atlas Alternatif   (ripreso e tradotto in italiano da Marx XXI), i Fratelli musulmani pagherebbero anche il prezzo della loro vicinanza a Seif-el-Islam Gheddafi (attualmente detenuto a Zeitan) dopo che egli aveva fatto liberare 150 di loro nel 2003 (essi avevano boicottato la conferenza dell’opposizione a Londra nel 2005, che aveva fatto appello al rovesciamento del regime), come pure dei loro legami troppo visibili con i Qatar. Tuttavia, l’avanzata di Jibril, candidato degli Occidentali, presidente del Consiglio nazionale di transizione ed ex patrocinatore delle riforme economiche sotto Gheddafi, è molto relativa. Inoltre solamente 80 dei 200 seggi dell’assemblea costituente sono attribuiti ai partiti, gli altri agli “indipendenti”. Questa ripartizione è stata suggerita dagli “spin doctors” americani allo scopo di mettere ai margini i Fratelli musulmani e i salafiti come Abdelhakim Belhadj, e dovrebbe portare in ogni modo a un governo di unione nazionale tra islamisti e liberali allo scopo di elaborare una costituzione che scaturirà solamente nel 2013 sulla base dell’elezione di un’assemblea legislativa definitiva.

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