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Grecia: arrivano i commissari della troika. I tedeschi: “fuori Atene dall’euro’

La Grecia “mancherà ampiamente” gli obiettivi contenuti nel memorandum di intesa siglato con la Troika (Ue, Bce, Fmi) in occasione dell’ultimo piano di “salvataggio” e nel Parlamento tedesco non c’è più una maggioranza disposta ad “aiutare” ancora Atene. Ne è convinto Patrick Doerig, segretario del partito liberale tedesco, alleato di Angela Merkel nella coalizione di Governo di Berlino, intervistato dal quotidiano ‘Passauer Neue Presse’. “Gli obiettivi saranno tutti ampiamente mancati – ha detto – e il Governo é ripetutamente venuto meno alle promesse fatte. Non vedo una maggioranza al Bundestag a favore di un altro pacchetto di aiuti” ha detto in particolare il leader politico teutonico che si è detto anche convinto che “l’uscita della Grecia dall’euro potrebbe riportare fiducia sui mercati” mentre l’economia greca, fuori dall’Eurozona “potrebbe ritornare competitiva e risanarsi più velocemente”. Anche Horst Seehofer, Governatore della Baviera e Presidente della Csu, ha detto al quotidiano ‘Bild’ che l’Unione Europea “è già arrivata ai limiti del possibile”, mentre Michael Meister, vice-presidente del gruppo parlamentare Cdu/Csu, ha sottolineato al ‘Rheinische Post’ che “è ora che la Grecia porti dei risultati. Se dare più tempo vuol dire dare più soldi, non penso che sia possibile”. Infine, il parlamentare cristiano-democratico, Wolfgang Bosbach, ha dichiarato alla stazione radio Saarlaendische Rundfunk che negli ultimi due anni é emerso chiaramente che i problemi della Grecia sono la mancanza di competitività e di rigore fiscale, nonché un’amministrazione pubblica inefficiente che “non cambieranno con nuove promesse di prestiti o di garanzie”. Insomma il fuoco tedesco sulla Grecia aumenta di intensità. E utilizza gli argomenti opposti a quelli finora usati dalla classe politica europea e dalla grande stampa per convincere gli elettori ellenici a non votare per quelle forze politiche descritte – a torto o a ragione – come ‘antieuro’.

E in Grecia, nonostante l’estate infuocata, oggi scioperano i lavoratori aderenti all’Adedy, il principale sindacato dei dipendenti del settore pubblico. Uno sciopero indetto dalle 12.30 in poi contro i licenziamenti degli statali e la chiusura degli enti pubblici definiti ‘inutili’ previsti dal governo di coalizione Pasok – Nea Dimokratia – Dimar. L’Adedy chiede, tra le altre cose, la ricapitalizzazione degli Enti previdenziali e il «taglio dei mutui dei lavoratori» accesi presso tutti gli istituti di credito del Paese. Alle 13 i lavoratori manifesteranno davanti alla sede del ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. Oggi scioperano anche i lavoratori degli enti locali.

E’ in questo clima che arrivano oggi ad Atene i commissari della troika (Fmi, Ue e Bce) per valutare lo stato dell’attuazione del programma di tagli, licenziamenti e privatizzazioni imposto alla Grecia in cambio della concessione dei cosiddetti ‘aiuti economici’. Dal loro rapporto dipenderà l’assegnazione o meno della tranche da 31 miliardi di euro prevista per la fine di settembre, quella che secondo le indiscrezioni e gli annunci di queste ore la maggioranza del Parlamento tedesco non vorrebbe concedere. I rappresentanti delle istituzioni economiche e finanziarie dell’UE cercheranno sicuramente di convincere il premier greco Samaras, che fino ad ora si è barcamenato con una serie di annunci e smentite, ad approvare subito decine di licenziamenti nel settore pubblico e un vasto piano di svendita del patrimonio pubblico che finora stanno andando a rilento. 

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