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L’Ecuador respinge le minacce britanniche


”Non ci aspettiamo delle scuse, ma la Gran Bretagna deve ritirare l’errore gravissimo che ha commesso minacciando l’Ecuador di un’eventuale violazione della sua missione diplomatica per arrestare Julian Assange”. E’ stato esplicito il presidente ecuadoriano Rafael Correa intervenendo sulle minacce ventilate dalla Gran Bretagna di entrare con la forza nell’ambasciata ecuadoregna a Londra per catturare il fondatore di Wikileaks, Julian Assange. ”Nonostante una inaccettabile minaccia – ha affermato Correa – restiamo aperti al dialogo” per tentare di superare la crisi dell’asilo diplomatico al fondatore di Wikileaks. Il pericolo che i britannici compiano un blitz nell’ambasciata ecuadoregna per arrestare Julian Assange “esiste ancora”, anche se sarebbe per loro “un suicidio diplomatico”. Intervenendo in televisione Rafael Correa ha sottolineato che finora Londra “non ha ritrattato, ne si è scusata” per la minaccia. Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ricercato dalla giustizia svedese e da quella statunitense per reati diversi, è tuttora ospitato nell’ambasciata ecuadoregna a Londra e ha ottenuto asilo politico dal governo di Quito.

La vicenda sta mettendo in tensione le relazioni non solo tra Gran Bretagna e Ecuador ma anche con molti paesi dell’America Latina. Nonostante l’opposizione degli Stati Uniti, l’Organizzazione degli Stati Americani (Oea) ha approvato quattro giorni fa una proposta ecuadoregna per convocare una riunione dei primi ministri e capi di stato per discutere del caso Assange. Una proposta di risoluzione per essere approvata necessita di 18 voti e quella dell’Ecuador ne ha ricevuti ben 23. Solo tre hanno votato contro: Usa, Canada e Trinidad e Tobago, mentre Panama si è astenuta. Gli Usa hanno provato a sostenere la tesi che quella su Assange è una questione bilaterale tra Quito e Londra. Paradossalmente la questione verrà discussa alla prossima riunione della Oea che si terrà proprio a Washington. L’irruzione all’ambasciata ecuadoregna a Londra “sarebbe una aberrazione dentro un mondo civilizzato e questo deve vedere il più netto rifiuto da parte dei governi del mondo” ha dichiarato Rodolfo Sanz, segretario esecutivo dell’Alba (Alleanza Bolivariana delle Americhe). Ieri il presidente del Venezuela Chavez è intervenuto schierandosi apertamente a sostegno dell’Ecuador.

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