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I liberali spagnoli? Rimpiangono Franco e Pinochet

Sui  quotidiani italiani negli ultimi anni non sono mancati gli elogi a una nuova formazione politica spagnola, la UPyD, simile nella linea politica e nel linguaggio al nostro Partito Radicale. Un misto di destra, sinistra e demagogia che accalappia giovani critici e scontenti ma anche vecchie volpi dell’establishment alla ricerca di un nuovo approdo politico-istituzionale. Di fatto un partito nazionalista spagnolo e ipercentralista, liberale in economia e nei rapporti sociali, profondamente filo-UE.

La Union Progreso y Democracia, partito nato nel 2007 dal protagonismo dell’ex dirigente del Partito Socialista Rosa Diez e dalla confluenza di settori di centrodestra e centrosinistra, ha conquistato sempre più voti alle elezioni locali e nazionali in tutto lo stato spagnolo, e molti elettori di centrosinistra lo considerano una valida alternativa progressista al duopolio di potere PP-PSOE. Da segnalare che in alcune occasioni la setta ‘maoista’ di Unificaciòn Comunista de Espana e i fascisti di Ynestrillas hanno chiesto ai propri simpatizzanti di votare UPyD (!).

La stampa iberica coccola Rosa Diez e i suoi, senza grande sforzo: denuncia della ‘partitocrazia’, avversione alle richieste di autodeterminazione di baschi e catalani e ricette di politica economica iperliberiste risultano accattivanti per i media alla ricerca di un nuovo soggetto da incensare in tempi di crisi di consenso per popolari e socialisti.

Forse qualcuno finora poco attento al reale contenuto politico di destra del partito “centrista” (che nei sondaggi potrebbe scavalcare la Sinistra Unita conquistando la terza posizione tra le forze politiche statali) dovrà ricredersi, leggendo quanto ha dichiarato un suo dirigente in una intervista concessa ad un giornale cileno.

Il personaggio in questione è Álvaro Pombo, vincitore dell’edizione del 2011 del Premio Nadal per la Letteratura. L’intervista in questione risale allo scorso anno, ma all’epoca non fu presa particolarmente sul serio, mentre invece nelle ultime ore alcuni siti web l’hanno ripubblicata e rilanciata. L’intellettuale “liberale”, forse tranquillizzato dalla distanza con la madrepatria, si è lasciato andare ad una serie di affermazioni che sono così piaciute all’estrema destra da essere recentemente riprodotte sulla pagina web della ‘Fondazione Francisco Franco’ di Madrid.

Rispondendo alle domande della pubblicazione cilena ‘The Clínic’ Pombo ha affermato: “lo so che suona male, ma il fatto è che la Spagna ha prosperato grazie a Franco, la gente aveva la sua automobile, la sua casa, e la stessa democrazia fu possibile grazie a Franco”. E poi ha chiarito: “Mi domando se in Spagna non ci sia bisogno di passare a una fase di governo superpartes, gestito da persone inflessibili. Abbiamo cinque milioni di disoccupati!. Ci vorrebbe un dittatore dalla mano ferma… Non lo so, però non bisogna prendersela troppo con i dittatori che hanno prodotto ricchezza economica.  Hitler è stato un dittatore che ha coinvolto i paesi in una guerra spaventosa, ma Franco no, e Pinochet neanche”. E poi in conclusione, per chi non avesse ben compreso il messaggio: “Se non si riconosce che la Spagna ha beneficiato molto della dittatura franchista e che la democrazia fu possibile solo grazie a Franco, si stanno dicendo cose strane”.

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