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“Covert provocation”

La cortina fumogena su chi siano i “registi” dell’operazione avviata con il film “Innocence  of muslims” si sta mano mano diradando. Il film, per dichiarazione esplicita dei suoi autori, vuole dimostrare che “l’islam è un cancro” e non esita a mettere in ridicolo Maometto, profeta dell’islam del quale nel mondo musulmano è vietata qualsiasi forma di rappresentazione grafica (fumetti, film, disegni etc). Metterlo su un film e mostrarlo come un puttaniere impenitente appare una scelta deliberata per innescare reazioni. Il film aveva circolato poco o niente, ma il suo trailer era uscito a luglio su youtube in inglese e solo nei giorni scorsi ne è uscita un versione doppiata in arabo fatta pervenire alla televisione egiziana. Quest’ultima ha diffuso la notizia e il cerino è diventato fuoco che ha divampato nella prateria rognosa delle relazioni tra Usa e mondo islamico.

Intanto è ormai appurato che il produttore Sam Bacile non esiste, è un nome fittizio con il quale è stata concessa una intervista al Wall Street Journal e una all’Associated Press. In questa intervista si lasciava intendere, a mò di ciliegina sulla torta, che l’autore era un ebreo israeliano e che i finanziatori del film erano israeliani. Dunque altra benzina sul fuoco. La notizia è stata smentita ma ormai il fuoco era divampato.

In realtà il deus ex machina dell’operazione sembra essere un personaggio inquietante dal nome Steve Klein.
Klein è un ex marine, cristiano fondamentalista di una setta che si definisce “Chiesa Kaweah” già segnalata dall’osservatorio Southern Poverty Law Center, come un gruppo che istiga all’odio religioso, in particolare contro i musulmani.
Il Daily Beast rivela che Klein è anche legato al gruppo ultrareazionario dei “Minuteman”, vive in California, ufficialmente fa l’assicuratore, ed ha condotto una campagna contro lo sceriffo di Los Angeles, Lee Baca, chiedendone il licenziamento e accusandolo di rilasciare dichiarazioni di sostegno ai Fratelli Musulmani, in particolare Klein sostiene che in California ci sono delle cellule dormienti di Fratelli Musulmani pronti a colpire.
Dopo aver depistato l’attenzione verso gli ebrei e gli israeliani, un altro tassello si è aggiunto a questa operazione. L’agenzia Reuters diffondeva una intervista con Morris Sadek, direttore dell’Assemblea Nazionale dei Copti in America (ossia i cristiani di rito copto ben presenti in Egitto e al centro di ripetuti attacchi, scontri e violenze con i gruppi islamici egiziani) il quale confermava di essere coinvolto nella distribuzione del film.
Infine compare un altro personaggio che si era già distinto nel fomentare tensione con il mondo islamico: si tratta del reverendo cristiano fondamentalista della Florida Terry Jones che aveva bruciato pubblicamente delle copie del Corano. Il reverendo Jones afferma di non aver contribuito alla realizzazione del film ma di aver contattato il regista, di aver pregato per lui e di volerlo aiutare nella distribuzione. “Ho parlato con lui per telefono, Sam Bacile non è il suo vero nome, vive in clandestinità, non vuole rivelare la sua identità ed è abbastanza scosso per ciò che sta accadendo” ha detto Jones all’Huffington Post.
Infine ci sono gli attori del film che, a quanto pare, affermano di essere stati raggirati. Assunti per recitare in un film dal titolo “I guerrieri del deserto”, si sono invece ritrovati in un film diverso, con un titolo diverso e con dialoghi diversi da quelli girati. Mercoledi hanno rilasciato una dichiarazione comune affermando di essere stati indotti in errore e di essere stati rozzamente doppiati durante la post produzione.

Fin qui le notizie che sui mass media statunitensi si sono ricavate sugli ambienti che hanno prodotto l’operazione “Innocence of muslims”. Il milieu è quello della pancia profonda e oscura degli Stati Uniti. Cristiani fondamentalisti e esaltati religiosi che vivono la guerra di civiltà con una esaltante scontro globale, ricambiati tra l’altro dai fondamentalisti islamici che hanno una visione esattamente simmetrica dello scontro di civiltà.
Il problema è che le provocazioni di Klein, Jones e degli altri esaltati come loro producono effetti e lo fanno in modo scientifico (tant’è che hanno raccolto ben 5 milioni di dollari per fare una pellicola piuttosto trash).
Gli effetti più immediati – dopo aver fatto pervenire il trailer tradotto in arabo di un film sconosciuto alla televisione egiziana – sono stati quelli di aver scatenato proteste e assalti contro le ambasciate statunitense in Medio Oriente, in particolare in due paesi emblematici per l’amministrazione Obama come Egitto e Libia.
Nel primo Obama inaugurò con il discorso del Cairo la fine dello scontro portato avanti dall’amministrazione Bush con il mondo arabo-islamico e l’annuncio del disgelo Usa verso una parte dell’islam politico, in particolare verso i Fratelli Musulmani ai quali, dopo anni di persecuzione, è stato consentito di arrivare a governare l’Egitto, scenario impensabile fino a tre anni fa.
Questa strana alleanza tra Usa e uno dei network dell’islam politico ha agito concretamente per l’eliminazione di Gheddafi in Libia ed oggi agisce in Siria. Ma l’approccio dell’amministrazione Obama sul Medio Oriente diverge da quello dei Repubblicani Usa e in particolare da quelli che elaborarono il Pnac, il Progetto per il Nuovo Secolo Americano, che trovano il loro sostegno popolare ed elettorale proprio nei gruppi fondamentalisti cristiani statunitensi e nella loro curiosa convergenza con i gruppi ultrasionisti.
Oggi le relazioni tra amministrazione Obama e Israele sono piuttosto tese. Il presidente Usa non vuole che l’attacco israeliano all’Iran incomba o guasti le prossime elezioni presidenziali di Novembre. Ma i Repubblicani e gli israeliani hanno tutto l’interesse a complicare la vita a Obama proprio in previsione delle prossime elezioni. Un gruppetto di fondamentalisti esaltati dalla Bibbia e una operazione mediatica ben riuscita possono essere molto utili in tal senso.

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1 Commento


  • Stefano

    …E come se non bastasse Al Jazeera amplifica l’effetto mandando in onda con schermo diviso a metà, i testi delle parole offensive del film e le immagini di rivolta in tutte le città… quasi a fomentare gli islamici che la guardano….

    Con questa mossa mediatica, e di “infocamento…” gli USA hanno ottenuto l’ennesimo attentato/popolo nemico che convince l’opinione pubblica ad accettare le loro guerre, e questa volta puntano in alto: dichiarare tutto il mondo arabo un posto in cui bisogna far pulizia, punire i nemici…. un idea folle quasi quanto le vecchie promesse di “guerre lampo” (Ma ce lo vogliono far capire che andiamo incontro a questo, non a caso ogni giorno qualche economista o politico tira fuori un paragone o un assonanza con la situazione delle Guerre Mondiali, mica parlano più della crisi del ’20, hanno già tirato le conclusioni, dopo la crisi c’è la guerra, Lenin docet )

    Altro che disfatta: o Obama o Romney, sta volta non c’è più spazio neanche per dare illusioni ai pacifisti…. Nessuno dei due si dovrà preoccupare di promettere la pace e la fine delle guerre… Il governo USA teme da sempre il confronto con l’opinione pubblica su questo, ora il problema è definitivamente risolto.

    Elezioni finte anche lì, il loro Mario Monti si chiama Mr. War ed il suo programma in ogni caso deve andare avanti.

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