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Manifestazioni in tutta la Spagna. Contestato Rajoy. A Malta

Almeno 70 mila manifestanti hanno marciato oggi a Madrid – e altrettanti nel resto del paese – rispondendo all’appello dei sindacati e di altre realtà sociali promotori di una nuova giornata di mobilitazione contro la politica ‘lacrime e sangue’ del governo di destra. “Più disoccupazione, più tagli e meno protezione. Vogliono rovinare il Paese, bisogna impedirlo”, proclamava un grande striscione in testa al corteo, guidato dai leader dei principali sindacati e da rappresentanti dei partiti di sinistra, compreso il Partito Socialista che quando ha governato non ha certo disdegnato le politiche liberiste applicate con maggior verve ora da Rajoy. Fra le bandiere rosse e bianche dei sindacati, spiccavano i piccoli striscioni con la parola “NO” insieme ad un paio di forbici, simbolo della protesta contro i tagli al bilancio che strangolano una grande parte degli spagnoli mentre la disoccupazione non cessa di aumentare colpendo ad oggi il 24,63% della popolazione attiva. I sindacati concertativi, Ugt e Ccoo, avevano indetto delle manifestazioni oggi in 57 città. Le manifestazioni hanno anche preteso che il governo indica al più presto un referendum per permettere ai cittadini di dire la propria sui tagli al welfare e al lavoro imposti dall’Unione Europea.

Ma il governo spagnolo non si libera delle proteste nemmeno durante le missioni all’estero di Mariano Rajoy e dei suoi ministri. Il premier, venerdì a Malta per un vertice internazionale, si è visto contestare da alcuni cittadini spagnoli mentre passeggiava per La Valletta durante una pausa dei lavori del vertice del gruppo 5+5. Al grido di ”Rajoy, il tuo popolo fa la fame” un gruppo di manifestanti – per lo più giovani – ha rivolto al presidente del governo di Madrid aspre critiche contro la sua politica di massacro sociale e di repressione contro le proteste. Il giorno prima il ministro dell’economia, Luis de Guindos, era stato invece contestato da un nutrito gruppo di studenti spagnoli durante una conferenza alla London School of Economy, a Londra.

E sempre venerdì un gruppo di minatori ha voluto manifestare la propria opposizione alle politiche del governo di destra ricordando la sollevazione dei lavoratori asturiani del 5 ottobre del 1934. I minatori hanno bloccato il traffico sulla A-66, la principale arteria di collegamento tra le Asturie e Madrid, con una barricata di fuoco e lanciando razzi contro i poliziotti. Ne sono seguiti scontri tra lavoratori e agenti della Guardia Civil. Qualche ora prima a Madrid si erano svolti decine tra presidi e manifestazioni convocate dai sindacati di diversi settori per protestare contro i tagli ai salari e le nuove tasse approvate nelle ultime due manovre finanziarie dall’esecutivo del PP. In particolare i dipendenti del ministero della Giustizia avevano manifestato nel centro della capitale, sul Paseo de la Castellana, allestendo blocchi stradali in prossimità degli uffici giudiziari di Plaza Castilla. Marce di protesta, indette dai sindacati concertativi Comisiones Obreras e Union General de Trabajadores ma anche da quelli indipendenti – Csi e Cgt – si sono svolte venerdì in altri comuni della regione di Madrid come Getafe, Alcala’ de Henares e Parla.

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