Menu

Spagna: rivolta contro “la riforma franchista” dell’istruzione

Per il governo i tre giorni di scioperi e manifestazioni contro il governo sono stati un flop. Ma a scendere in piazza per le dimissioni immediate del Ministro dell’Istruzione José Ignacio Wert sono state negli ultimi giorni centinaia di migliaia di persone tra studenti di tutte le età, genitori, insegnanti e altri lavoratori della scuola.

In particolare ieri, nel terzo e ultimo giorno di mobilitazione generale convocato dal sindacato degli studenti e dall’associazione più rappresentantiva delle famiglie si sono tenute manifestazioni molto partecipate in circa 70 città dello Stato Spagnolo, per denunciare i tagli insopportabili all’istruzione pubblica e l’aumento delle tasse universitarie. Secondo gli organizzatori allo sciopero hanno partecipato tra il 70 e l’80% degli ‘utenti’ del sistema pubblico di istruzione, cifre naturalmente contestate e ribassate dal Ministero che ha parlato di un 23% di adesione. Se anche la verità stesse nel mezzo una partecipazione del 50-60% sarebbe un ottimo risultato visto che la protesta era stata convocata da alunni e genitori e non dai sindacati che pure l’hanno supportata.

Alle mobilitazioni hanno aderito anche organizzazioni politiche di sinistra e associazioni e gruppi studenteschi che non si riconoscono nei due soggetti promotori della tre giorni di sciopero. Tutti schierati contro i tagli ai finanziamenti e alle borse di studio, l’aumento delle tasse, ma anche contro le sovvenzioni alle scuole private gestite dall’estrema destra e dalle lobby cattoliche – in molte delle quali si mantengono ancora le classi separate tra ragazzi e ragazze – contro le classi pollaio, l’eliminazione di materie ritenute dal ministero inutili ma fondamentali per l’acquisizione da parte dei giovani di un pensiero critico.

Le manifestazioni più partecipate si sono viste ieri a Madrid – 150 mila persone – e a Barcellona . Ma anche a Siviglia, Valencia e a Saragozza i cortei sono stati molto partecipati. Ovunque i manifestanti hanno chiesto il ritiro dei 4 miliardi di tagli decisi dal governo di destra e la cancellazione della cosiddetta Riforma che riporta il sistema scolastico pubblico ai tempi del regime franchista in termini di programmi, metodi ed esclusione di classe.

A Madrid la marcia partita nel pomeriggio da Plaza de Neptuno ha dovuto anche fare i conti con un gruppetto di estremisti di destra che sono stati opportunamente respinti al grido di “No ai nazisti”. Dopo una sonora contestazione di fronte al Ministero dell’Istruzione in calle Alcalà i manifestanti hanno continuato a marciare fino a Puerta del Sol, gridando slogan contro un’istruzione classista ed elitaria, e contro un mercato del lavoro che condanna milioni di persone alla precarietà e alla disoccupazione. Lo slogan più gettonato chiedeva a gran voce le dimissioni del ministro Wert, accusato di nostalgie franchiste e di voler smantellare a forza il sistema d’istruzione pubblico.

Quelle di Madrid, Barcellona e altre città sono state fondamentalmente manifestazioni tranquille, mentre scontri si sono verificati a Valencia. Qui alcuni studenti hanno interrotto per mezzora la circolazione dei tram nel centro della città, bloccando i binari con una barricata improvvisata. La polizia in assetto antisommossa ha caricato i manifestanti per rimuovere il blocco e disperderli e ne sono seguiti alcuni scontri, che hanno portato all’arresto di un giovane. In precedenza i manifestanti avevano fatto irruzione all’interno delle aule dell’università per interrompere le lezioni e poi a migliaia avevano circondato la sede locale del Partido Popular protestando contro quella che hanno definito “la riforma franchista dell’Istruzione”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *