Menu

Ecuador. L’importanza della rielezione di Correa


Il presidente dell’Ecuador  Rafael Correa  è  stato tra i primi a congratularsi con Hugo Chavez Frias per la sua strepitosa vittoria alle elezioni presidenziali in Venezuela,  manifestandogli così  la sua soddisfazione: “Meraviglioso trionfo popolare in Venezuela. Avanti, compagno Chávez, tutta l’America Latina sta con te e col nostro caro Venezuela, culla del Liberatore! Prossima battaglia: Ecuador!!!”, riferendosi  alle elezioni presidenziali che si celebreranno nel suo paese il 17 febbraio 2013.

Come la grande affermazione del comandante Hugo Chavez Frias in Venezuela, anche la rielezione di Rafael Correa in Ecuador,  è vitale non solo per l’avanzamento della rivoluzione nel suo paese, ma ancor di più  per il consolidamento dell’ALBA, l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America, che rappresenta l’espressione più avanzata del processo di integrazione, di indipendenza e di autodeterminazione dell’America Latina e i Caraibi.
Lasciano ben sperare i risultati di un sondaggio dell’ecuadoriana Perfiles de Opinión, che vedono Correa in testa alla graduatoria delle intenzioni di voto con un 61,7%; mentre il suo rivale, Guillermo Lasso ex-presidente del Banco de Guayaquil, si attesterebbe a un 12,6%. La stragrande maggioranza della popolazione (82,2%) considera positivamente la gestione dell’attuale Presidente, così come ne riconosce l’impegno nella lotta contro la corruzione (80,4%) e la credibilità come Capo di Stato (72,8%).

In effetti non stupiscono questi risultati, considerando che tra i punti del suo programma che hanno attratto gli elettori nel 2006 c’erano la ristrutturazione del Parlamento attraverso un’Assemblea Costituente, la ferrea opposizione sia al Trattato di Libero Commercio TLC tra Ecuador e Stati Uniti che al rinnovo dell’accordo per il mantenimento di una base militare statunitense; tutti punti ampiamente mantenuti e attuati dal Governo di Correa.
Ma le sue realizzazioni sono andate ben oltre: in campo istituzionale con fondamentali riforme per il processo costituente e la creazione di nuovi ministeri, che hanno permesso un ruolo più attivo dello Stato nella pianificazione dell’economia; in campo fiscale con varie riforme tributarie che hanno consentito di ridurre l’indebitamento a un tasso dell 22% del PIL (il più basso nella storia del paese) e il deficit a una percentuale tra il 4 e 6 % del PIL; in campo economico con scelte strategiche di rifiuto del ricattatorio finanziamento da parte del FMI e della BM, che prevedeva in cambio l’accettazione di piani di aggiustamento strutturale neoliberista, e di apertura di una linea di credito con la Cina a tassi del 6%; in campo sociale con i cambiamenti nel mercato del lavoro che hanno fatto registrare un considerevole aumento nell’occupazione e con l’investimento di parte dei proventi derivati dal petrolio in servizi sociali che hanno portato ad una riduzione della povertà e ad una crescita del tasso di scolarità. 

Nel campo delle relazioni internazionali, possiamo considerare Rafael Correa, con il venezuelano Chavez, il cubano Castro e il boliviano Morales, come uno degli artefici e fautori dell’ALBA, intesa come un’alleanza di popoli e governi che considerano l’America Latina una sola Grande Nazione che affronta le difficoltà e le sfide del presente e del futuro e che produce trasformazioni strutturali e di sviluppo giusto per tutti.  Questi principi si sono concretizzati in campo economico nell’istituzione della Banca dell’ALBA  e della moneta di conto Sucre-Sistema Unitario di Compensazione Regionale dei Pagamenti;  il principale obiettivo della Banca  è consolidare le basi economiche dei paesi membri dell’ALBA e del resto delle Nazioni del continente Latino Americano, permettendo operazioni bancarie senza dover sottostare al giogo del dollaro statunitense. 

Lo Statista ecuadoriano è anche uno dei più accesi sostenitori della battaglia per il riconoscimento della sovranità di Cuba e per il suo ingresso  nell’OEA Organizzazione degli Stati Americani, nonostante l’anacronistica e irremovibile posizione degli USA, contrari all’ingresso della nazione cubana nell’organismo internazionale. Rafael Correa è, inoltre,  un instancabile lottatore per la cancellazione del criminale blocco economico, finanziario e commerciale che da più di 50 anni gli Stati Uniti mantengono sullo stato caraibico, così come per la liberazione dei cinque agenti cubani dell’antiterrorismo, la cui ingiusta detenzione nelle carceri statunitensi si palesa sempre più come una ritorsione e vendetta politica del colosso imperialista nordamericano contro la sovranità nazionale di Cuba.

Per tutte queste ragioni auguriamo al Presidente Rafael Correa di riportare un’altra grande vittoria nella prossima competizione elettorale, vittoria che darà nuova energia alla resistenza antimperialista e anticapitalista e alla costruzione del socialismo possibile nel secolo XXI nel laboratorio politico dell’ALBA che rappresenta sempre più un punto di riferimento strategico a livello generale e per le forze di classe e rivoluzionarie in Europa; l’unica valida alternativa per contrastare e respingere le politiche neoliberiste e di strozzinaggio che la UE, la BCE e l’FMI stanno imponendo in Europa come hanno fatto per trent’anni con i paesi latino-americani.

Fonti:

http://www.telesurtv.net/articulos/2012/10/17/rafal-correa-lidera-intencion-de-voto-en-ecuador-revela-encuesta-7018.html

http://www.taringa.net/posts/info/7274300/Rafael-Correa_-el-post-que-se-merece.html

http://visaaldesarrollo.blogspot.it/2012/01/balance-de-los-5-anos-gobierno-de_15.html

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *