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Obama bis: le prime impressioni

Vincere senza convincere è sempre meglio di perdere, certo. Ma dobbiamo registrare – in contrasto con l’”ottimismo di sinistra” di casa nostra (che stavolta è arrivato fino ad Alemanno) – che Obama ha perso tre stati che l’altra volta avevano votato per lui; e che in ogni singolo stato, ieri, Obama ha perso una percentuale sostanziosa di voti, pur mantenendo quella maggioranza che, nel sistema Usa, garantisce la totalità dei “grandi elettori” locali.

In un paese di 300 milioni di abitanti, ha votato poco più di 115 milioni di persone; meno del 50% degli aventi diritto. Quattro anni fa, ai tempi della “grande promessa”, del “yes, we can”, del “change”, erano stati oltre 131 milioni.

Stavolta Obama ha raccolto 57.511.594 volti contro i 55.691.637 di Romney, mentre soltanto 1.764.849 persone hanno dato credito ai pochi outsider di estrema minoranza. Rispetto a quattro anni prima Obama ha perso per strada 12 milioni di voti, mentre Romney ne ha raccolti 4,3 meno di McCain, che pure era “zavorrato” dall’impresentabile Sarah Palin come vice.

Cosa significano questi numeri? Che oltre 16 milioni e mezzo di persone ha rinunciato a partecipare a una competizioni di cui non è più chiaro il senso. La “continuità” di Obama è apparsa certo più tranquillizzante dell’avventurismo finanziario incarnato da Mitt Romney; in un paese che conosce la disinvoltura dei banchieri, fino a considerarli quasi peggio dei “comunisti”, la scelta di questo candidato per i repubblicani era un azzardo. Ma la tentazione del capitale finanziario di mettere un proprio rappresentante in prima persona alla Casa Bianca deve esser stata più forte di ogni considerazione opportunistica.

Obama non è un “socialista”. L’accusa rivoltagli dai repubblicani fa il paio con l’ideologia illusoria della “sinistra plurale” nostrana. Il vizio di attribuire agli altri le nostre speranze è un tumore del pensiero che risulta ancora difficile debellare. Ma dobbiamo provarci.

Il direttore del mensile de IlSole24Ore, Christian Rocca, descrivendo in diretta tv la vicenda elettorale Usa, Christian Rocca, provava inutilmente a spiegare a un estasiato pubblico di RaiNews24 che “in Europa la politica economica di Obama sarebbe considerata di destra”. Inchiodati senza speranze alla logica binaria del gioco della torre – Obama o Romney, Polverini o Bonino, Berlusconi o Veltroni, Rutelli o Alemanno, Bersani (o Renzi) o un servo del Cavaliere – la “sinistra plurale” nostrana ha perso ogni capacità, possibilità, occasione di capire qualcosa. Un parteggiare subordinato a scelte su cui non hai alcuna influenza. Nemmeno mettendo una crocetta su una scheda.

Sul piano dell’aggressività militare, Obama è forse meno “interventista” di quanto i repubblicani (e il complesso militare-industriale) vorrebbero fare. Lo si capisce dal disperato endorsement di Netanyahu a favore di Romney, che gli aveva probabilmente promesso un rapido via libera per l’attacco all’Iran, con tanto di copertura militare Usa. Ma non è detto che, una volta sistemata la pratica elettorale, anche Obama non possa addivenire a più aggressivi consigli.

Sullo sfondo resta la crisi economica. Le previsioni interne agli Usa parlano di una decina di milioni di posti di lavoro creabili nei prossimi 4 anni, come effetto delle disperate “iniezioni di liquidità” messe in opera mensilmente dalla Federal Reserve. Abbastanza per drogare i consumi interni, ma anche per scaricare sul resto del mondo la crisi, creando le premesse per un’inflazione globale di dimensioni inconcepibili.
Le prime reazioni dei “mercati” sono favorevoli, ovviamente. In fondo con questo assetto (il ticket Obama-Bernanke) ci hanno gudaganato molto. Perché interrompere questa “emozione”?

Questo lo spettro con cui fare i conti, specie qui nei Piigs d’Europa. Le feste, i balli e i coriandoli, al momento, non ci riguardano.

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1 Commento


  • alexfaro

    Condivido in pieno l’articolo,sulla situazione politica negli USA del dopo voto.
    Comunque x quanto riguarda il “comportamento”militare-diplomatico internazionale,successivo alla rielezione di Obama,dico solo questo:
    Speriamo bene!Ma,viste anche le precedenti azioni di Barack,(vds.Libia,Siria,Pakistan ed Afganistan)ed essendo molto pessimista il futuro lo vedo nettamente nero!
    un saluto comunista
    Alexfaro

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